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“Ho perso i miei figli per una bugia” | VIDEO

Annamaria Notario da quattro anni, tra bugie e calunnie contro di lei, aspetta di riabbracciare i  figli

 

 

 

“Sto mettendo tutto l’impegno che posso per riportare i miei figli a casa. Voglio che finisca questo incubo”. Sono le parole di una mamma, Annamaria Notario, a cui gli assistenti sociali, quattro anni fa, hanno portato via i tre figli. Bugie, false accuse e indagini superficiali hanno fatto sì che una mamma che, come ripete Annamaria, “non ha fatto niente”, perda i suoi figli. Tutto inizia quattro anni fa, quando Annamaria viene chiamata dai carabinieri, che le dicono di portare con sé i bambini. “Mi sono fidata, mi avevano detto che dovevano solo parlarmi”. In caserma trova gli assistenti sociali e un'ordinanza del Giudice di Torino, con la quale le venivano tolti i figli. I bambini vengono chiusi in una stanza, e da quel momento non potranno più stare con la madre. “Io non li ho più potuti abbracciare, baciare, non li ho più visti. Non ho neanche potuto spiegargli il motivo, il perché, cosa ci stava succedendo. E li ho rivisti dopo 28 giorni”. Cosa ha provato quando ha capito cosa stava succedendo? “Mi è caduto il mondo addosso. È stato bruttissimo”.

Gli assistenti sociali, per cui, come spiega l’avvocato di Annamaria, Edoardo Carmagnola, ora la giudice Elena Stoppini ha rinviato gli atti al pm affinché siano indagati, si sarebbero basati solo sulle parole del papà dei bambini e di Giulia Baro, la sua nuova compagna. Indagati anche alcuni carabinieri che avrebbero aiutato la Baro entrando nel database dell'Arma.
Il padre dei bambini, ci racconta l’avvocato, accusava la Notario di non fargli mai vedere i figli. “Non è assolutamente vero”, ribatte Annamria, “li ho sempre lasciati andare dal padre”. Poi arriva la denuncia di Giulia Baro per stalking: “Si sono basati solo sulle sue parole. Non mi hanno mai creduto. Non hanno nemmeno guardato le prove”, ci racconta Annamaria.

Inizia così un processo lungo e lentissimo, che dura quattro anni. Fino a quando, qualche giorno fa, Giulia Baro viene condannata a due anni e sei mesi per calunnia dal Tribunale di Ivrea. Ad incastrare la donna, oltre alle continue prove che, ci spiega l’avvocato Carmagnola, Annamaria ha portato per difendersi, sarebbe stata una lettera inviata dalla Baro, che si fingeva Annamaria, in cui si ricoprivano di ingiurie e offese gli assistenti sociali. Ma è proprio con questa lettera, spedita da un computer aziendale, che le indagini sono arrivate alla Baro.

Quando chiediamo ad Annamaria cosa prova nei confronti della donna che le ha portato via il compagno e i figli risponde secca, perdendo il tono gentile che aveva tenuto fino a quel momento. “Un disgusto totale”, dice. “Se voleva prendersi il mio compagno se lo poteva pure prendere, ma non rovinare la vita di tre bambini”. Bambini che continuano per ora a stare con il padre e che possono vedere la madre solo una volta la settimana. “Non vivendo con loro la quotidianità non vedi i loro cambiamenti. È bruttissimo”. “Il tempo che ho perso con loro non me lo ridarà più nessuno. Ma spero che ci siano altri giorni per fare tutto quello che non abbiamo fatto in questi anni”, Annamaria s’illumina solo all’idea. E quando le parliamo della nuova consulenza tecnica dovrà affrontare sulle sue capacità genitoriali ci risponde: “Sto mettendo tutto l’impegno che posso per riportarmeli a casa. Voglio che finisca questo incubo”. A luglio Annamaria saprà se potrà riabbracciare i suoi bambini. Noi le facciamo un grosso in bocca al lupo e continueremo a seguire la sua battaglia per riabbracciare i figli.

 

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