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“Io, papà separato che campo con i soldi di mia madre” | VIDEO

La storia di Claudio, 53 anni, lasciato dall'ex moglie. E l'allarme del presidente di un'associazione, una donna

“Mi sono separato nel 2011 per iniziativa dell'allora mia moglie. Penso che fosse innamorata di un'altra persona”. Si presenta così Claudio Cattabriga, 53 anni, nell'intervista video che vedete qui sopra. Ci ha contattato per raccontarci la sua storia di padre separato.

Due i punti che fanno male. Il primo è economico. Consulente finanziario, Claudio guadagna 2.000 euro al mese. Tra 300 per la moglie e 350 a testa per le due amate figlie di 10 e 12 anni, gli restano mille euro al mese. Troppo pochi per vivere a Milano: a 53 anni, “finito fuori casa”, è andato a vivere in un appartamento di proprietà della madre ed è pure costretto a chiederle dei soldi per arrivare alla fine del mese, “nonostante i tanti sacrifici”.

Quello che gli fa più male però è vedere poco le sue bambine: “Un giorno alla settimana, il mercoledì, e un weekend ogni due”. Loro sono “entusiaste”: “non c'è nemmeno tempo per lamentarsi”. Le figlie hanno sofferto per la separazione, soprattutto la più grande, e il padre vorrebbe partecipare alle decisioni sulle attività scolastiche ed extrascolastiche ma, appunto, il tempo è troppo poco. E' su questo che insiste Claudio: “La legge sull'affido condiviso vale solo sulla carta, ci vorrebbe una frequentazione paritetica dei figli per mamma e papà”.

La giustizia intanto procede lenta. Dopo sette anni e mezzo si è arrivati alla separazione, ora si inizierà a discutere di divorzio. “Sono stato anche denunciato dalla mia ex moglie per stalking e omesso mantenimento e sono stato poi assolto”, dice. Conclude con una speranza: “Che le sue bimbe crescendo non soffrano troppo”. E un appello, agli altri papà separati: “Portate pazienza, in un sistema squilibrato per i bambini e per i papà”.

Claudio è uno delle migliaia di padri aiutati in 27 anni dall'Associazione padri separati, con assistenza legale e non solo, anche in casi di emergenza. La presidente, da 9 anni, è una donna, Tiziana Franchi. “Che c'è di strano? Io sono figlia di separati. Sono separata anch'io, con due figlie. Conosco benissimo, due volte, cosa passano i bambini in queste storie. Non è una questione di uomini contro donne o viceversa”.

La storia di Claudio è esemplare ma purtroppo accade molto di peggio: “Se si guadagnano 1.300 euro al mese, c'è un mutuo da pagare di una casa da cui si è buttati fuori e non ce n'è un'altra dove andare, i conti per un uomo saltano anche prima di metà mese, con un nuovo affitto oltre al mantenimento”. Se poi non ci sono i genitori in grado di aiutare: “Si finisce a dormire in macchina o addirittura clochard, con derive psicologiche e sociali drammatiche”.

Cosa si può fare? Tiziana Franchi, che abbiamo contattato al telefono, ha in mente molte soluzioni: “Per esempio si può far vendere la casa in comune e dividere i soldi a metà, dare più accesso ai separati nelle graduatorie delle case popolari e rendere l'affido davvero condiviso anche nei tempi di vita con i figli. Cosa si condivide se un padre vede i figli una volta alla settimana, se va bene?”.

I bambini devono restare al centro dell'attenzione. Perché non possono restare in casa ed essere i genitori ad alternarsi nel vivere con loro? Perché il 95% dei bambini devono essere ‘collocati' con le madri? Serve un cambiamento culturale ma anche delle leggi e delle sentenze”.

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