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“Vienimelo a dire in faccia, non vedo l'ora” | VIDEO

Iacopo Melio ha pubblicato un commento che lo insultava perché disabile. Gli abbiamo chiesto perché lo ha fatto

Si chiama Iacopo Melio, ha 25 anni e studia Scienze politiche all'università di Firenze. Caratteristiche particolari: ha oltre 600.000 fan su Facebook. Com'è possibile? “Evidentemente ci sono tante persone che non hanno niente da fare durante il giorno”, scherza Iacopo. Il motivo invece c'è: si batte “per i diritti di tutti”, dice, e attraverso la sua onlus #Vorreiprendereiltreno contro le barriere architettoniche. Già, perché Iacopo soffre di una malattia genetica rara, che lo costringe sulla sedia a rotelle. Per il suo impegno quotidiano ha vinto il “Premio del Cittadino Europeo”, conferito dal Parlamento Europeo.

Qualche giorno fa ha scritto un post su Facebook sull'attentato di Macerata. Iacopo spesso si esprime su fatti legati all'attualità. Quel post però ha raccolto diversi commenti negativi, ma uno ha colpito più di altri: “Sei solo un povero disabile e non puoi darmi lezioni di vita. Ti sei montato la testa e ripeto sei disabile e in questa società non esisti. Ciao ectoplasma. Stai bene coi negri”. “Quando l'hai letto cosa hai provato?”, gli chiediamo. “Purtroppo niente”. In che senso? “Sono un po' abituato”. Vuol dire che ricevi spesso commenti del genere? “Sì, sopratutto quando esco dalla tematica disabilità. Non mi si attacca nel merito, ma mi si attacca sulla disabilità. Come per dire: ‘ma pensa alle cose tue'.”

Iacopo però decide di reagire, e pubblica il commento. Riceve un fiume di solidarietà e vicinanza per il suo gesto. “Il mio intento è quello di prendere il brutto, mostrarlo. Affinché tutti, me compreso, si possa prendere da esempio per provare a migliorare”. Nel post che accompagna la pubblicazione dell'orrendo commento ha scritto anche che bloccherà “ogni commento gratuitamente cattivo e razzista”. Gli chiediamo quanti ne abbia dovuti bloccare dopo l'annuncio. “Tantissimi. E questo, tra l'altro, mi ha comportato ulteriori critiche, perché sembra che uno non sia democratico. L'offesa gratuita, o la polemica sterile o il pregiudizio razzista, non sono accettabili. Per me chi sostiene queste cose non può stare nella mia pagina”. Ma nella vita reale ti è mai successo che qualcuno ti dicesse: ‘stai zitto tu che sei disabile'?” “Purtroppo no”, dice Iacopo. “Lo schermo e la tastiera sono uno scudo molto rassicurante. Sarebbe bello se certi leoni da tastiera ogni tanto si rivelassero e avessero il coraggio di portare avanti le loro idee a testa alta”. Iacopo è un ragazzo tosto, e non vede l'ora di confrontarsi vis a' vis con uno di questi odiatori seriali. Ma non tutti sono così forti e c'è chi soffre, e tanto, nel ricevere commenti offensivi. “Bisogna fregarsene”, dice, “e soprattutto pensare che quelle persone poi, nella vita reale, non sono così coraggiose. E allora se uno sente il bisogno di farsi grande insultando dietro uno schermo, significa che è una persona veramente molto piccola. Per una persona che prova ad affondarvi, ce ne saranno almeno dieci pronte a stare accanto a voi e a sostenervi”. Parole sagge, dette da chi ne ha dovute passare, e leggere, tante. Ma che continuerà a scrivere e dire tutto ciò che vuole, con la massima libertà di pensiero ed espressione. Alla faccia dei “piccoli” e codardi odiatori del web.

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