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12 fake news “certificate” dalla polizia. Noi de Le Iene abbiamo lanciato una bufala (e in tanti ci siete cascati)

La (falsa) notizia sul furto del nostro Matteo Viviani in un hotel di lusso aveva destato grande indignazione

Sono 12 le fake news finora “certificate” dalla nuova task force della polizia creata appositamente. Fra queste, quella dell'italiano residente all'estero che avrebbe ricevuto assieme alla scheda elettorale anche alcuni volantini di propaganda politica. O quella, sempre in tema di elezioni, secondo cui le schede elettorali inviate agli italiani all'estero sarebbero prive dei simboli dei partiti di centro destra. E, per variare un po' il tema, dalle elezioni alle bollette della luce: i clienti in regola con i pagamenti si sarebbero trovati a dover pagare da 30 a 35 euro in più per coprire i mancati pagamenti degli utenti morosi.

Si tratta di bufale, smascherate dal nuovo Commissariato online, lanciato il 18 gennaio dal ministro dell'Interno Marco Minniti presso il Servizio di Polizia Postale in occasione della campagna elettorale. L'obiettivo è di verificare notizie, che gli stessi utenti possono segnalare, prive “di ogni fondamento" e “tendenziose”, smentendole tramite pubblicazione sul sito del Commissariato e dando supporto alle richieste di rimozione. Un protocollo che, specialmente in tempo di elezioni, si pone come fact-checking per il cittadino.

Ma è davvero così? L'iniziativa, mossa da buone intenzioni, secondo molti avrebbe infatti un'ambiguità di fondo. Perché dovrebbe essere la polizia a stabilire cosa è vero e cosa no? I critici ritengono il servizio nel migliore dei casi inutile, e nel peggiore un organo che si autonomina a giudice della verità. Il giornalista Massimo Mantellini ha commentato così l'iniziativa di Minniti su Twitter: “Questi sono non solo cretini ma anche pericolosi. Cretini e pericolosi. E Minniti è il ministro della verità”.

Le notizie finite sul sito del Commissariato come fake news spaziano dalla politica all'Arma dei Carabinieri, che secondo una bufala si sarebbe addirittura sciolta. Ma l'argomento preferito restano gli extracomunitari. È girata in rete la notizia che un controllore del Frecciarossa avrebbe trovato a bordo un extracomunitario con un biglietto valido per la corsa Interregionale anziché quello previsto per l'alta velocità. E cosa dire degli immigrati di un centro di accoglienza a ‘San Bernardo sul Brenta' (che non esiste!) che avrebbero protestato perché la struttura era troppo vicina a un canile? Ancora sull'accoglienza migranti era circolata la notizia secondo cui un parroco “avrebbe dichiarato di ringraziare Allah per gli immigrati e di provare amore per il presunto assassino della giovane Pamela Mastropietro”. E ancora, tra il bando per l'apertura di una tabaccheria che privilegerebbe profughi e immigrati rispetto agli italiani, e un padre di famiglia rifiutato dalla Croce Rossa di Belluno perché ‘non in possesso di certificato per profughi', le bufale sugli immigrati la fanno da padrona sul web. Ma ce n'è anche per la politica: un video circolato in rete e in chat ritrarrebbe un parlamentare italiano mentre timbra il cartellino di altri parlamentari assenti. C'è poi la sanzione annuale da parte dell'Unione europea perché il pagamento del bollo auto in Italia sarebbe illegale, in quanto violerebbe le normative europee, altra bufala indicata dal sito del Commissariato. E, infine, una fake news che ha dell'incredibile: alcuni malintenzionati utilizzerebbero biglietti da visita imbevuti di un potente allucinogeno.

Noi delle Iene, nella puntata di domenica 25 febbraio, ci siamo occupati del fenomeno delle fake news. Con la nostra Iena Matteo Viviani abbiamo infatti creato e lanciato una bufala sul web, facendoci aiutare da un giovane esperto “creatore di bufale”, Mattia, per vedere quanto la notizia avrebbe attecchito. Così presto si è sparsa la voce: “Matteo Viviani, che figura! Prima ruba dall'albergo di lusso, poi attacca: ‘Lei non sa chi c…o sono io'”. Una volta condivisa sui social network, la fake news ha suscitato proprio le emozioni che portano clic: indignazione, scandalo e antipatia verso la nostra Iena. “Che personaggio vergognoso, non dovrebbe più farsi vedere in televisione” è stato solo uno dei tanti commenti diretti a Matteo Viviani.

Ma qual è il vero obiettivo delle bufale? Oltre a quello di orientare tendenziosamente l'opinione pubblica, soprattutto in fase di campagna elettorale, spesso l'obiettivo dei “bufalari” è il guadagno. E fare soldi con i clic si è dimostrato veramente facile! Prendiamo in considerazione una bufala come quella del “Re norvegese che non stringe la mano a Renzi perché sta rovinando l'Italia”. Con 750 mila visualizzazioni, calcolando 2 euro ogni 1000 visualizzazioni, il creatore ha guadagnato 1500 euro in pochi giorni.

Ma ci sono tre regole facili facili che Matteo Viviani ha indicato nel servizio e che possono aiutarvi a capire quando vi trovate davanti a una bufala:

1. Controllate sempre il nome del sito da cui proviene la notizia

2. Fate attenzione a titoli "sospetti"

3. Verificate la notizia su Google (scrivendo accanto al titolo "bufala" o "fake news")

Guarda qui sotto il servizio della Iena Matteo Viviani

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