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Abusi sulle bambine: richiesto rinvio a giudizio per il “santone” Capuana | VIDEO

La Procura di Catania ha richiesto il processo per gli indagati nell’inchiesta “12 apostoli”, di cui ci siamo occupati in numerosi servizi di Giulio Golia, per i presunti abusi sessuali su minori all’interno della setta capeggiata dal “santone” Piero Capuana

È stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati dell’inchiesta “12 apostoli”, di cui ci siamo occupati in numerosi servizi con Dino Giarrusso e Giulio Golia. La Procura di Catania ha richiesto il processo per i presunti abusi sessuali su minori all’interno della setta guidata dal “santone” Piero Capuana, 74 anni, che avrebbe plagiato e abusato di ragazzine tra i 13 e i 15 anni. Alcune delle presunte vittime sono state intervistate da Giulio Golia nel servizio dell’aprile 2018.

È stato chiesto il rinvio a giudizio anche per le tre donne considerate “fiancheggiatrici” di Capuana: i “tre pilastri” Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Scarpignato.

La Procura ha inoltre richiesto il processo per favoreggiamento per Domenico Mimmo Rotella, marito di Rosaria Giuffrida e ex deputato e assessore regionale, il sacerdote Orazio Caputo, che avrebbe appreso delle indagini per abusi sessuali durante una confessione e avrebbe avvisato Rotella e Salvatore Torrisi. Anche per quest'ultimo, ex presidente dell’associazione Cattolica Cultura ed ambiente di Aci Bonaccorsi, è stato richiesto il rinvio a giudizio per favoreggiamento.

Una terribile vicenda che inizia più di 40 anni fa, quando fu fondata la setta di Capuana in provincia di Catania. Una storia di plagi e manipolazioni il cui scopo sarebbe stato quello di soddisfare il santone, che nel corso degli anni avrebbe abusato di molte bambine minorenni che, assieme alle loro madri, facevano parte della setta.

Con Giulio Golia abbiamo ascoltato le crude testimonianze delle vittime, che hanno trovato il coraggio di denunciare. “Durante il rapporto (Capuana) aveva bisogno di qualcuno che allargasse le parti femminili perché lui non era in grado di farlo da solo perché non aveva un’erezione. Però lui doveva riuscirci per forza e provava a infilartelo”.

Per via di una fede cieca in quello che veniva considerato dagli adepti la reincarnazione dell’arcangelo Gabriele, molte madri facevano avvicinare le loro figlie a Capuana. Erano onorate quando le bambine venivano scelte per fare i cosiddetti “turni”, ovvero passare 24 ore a casa di Capuana. Secondo le testimonianze, queste ragazze, oltre a prestarsi agli abusi del santone, dovevano lavarlo, vestirlo e imboccarlo. A organizzare i turni sarebbero state proprio le tre donne “pilastri” della comunità, convincendo le ragazzine e avvicinandole a Capuana proprio attraverso l’organizzazione dei “turni”.

Una delle madri appartenenti alla setta ha raccontato a Giulio Golia di essere stata tranquillizzata da Fabiola Raciti quando le aveva manifestato un sospetto sul capo della comunità. “Le ho detto: ‘Guarda a me non piace che quest’uomo stringe mia figlia’. Lei mi ha risposto ‘stai serena perché non potrebbe mai fare niente di male è come se stesse con suo nonno, poi ci siamo noi, non ti fidi di noi che siamo delle mamme?’”.

La data dell’udienza preliminare non è ancora stata fissata. Noi vi terremo, naturalmente, aggiornati.

 

Guarda qui sotto tutti i servizi di Giulio Golia sulla setta di Pietro Capuana

I nostri servizi sulla setta di Capuana

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