> External link Facebook Facebook Messenger Full Screen Google+ Instagram LinkedIn News mostra di più Twitter WhatsApp Close
News |

Abusi sulle bambine: in libertà i “pilastri” della setta di Capuana

Il tribunale del Riesame ha rimesso in libertà dai domiciliari Fabiola Raciti e Rosaria Giuffrida, accusate di aver favorito gli abusi sessuali del santone sulle minori. Abbiamo seguito la vicenda con Giulio Golia

Il tribunale del Riesame ha rimesso in libertà dai domiciliari Fabiola Raciti e Rosaria Giuffrida, due dei “tre pilastri”, accusati di aver favorito gli abusi sessuali nella setta di Pietro Capuana. Il terzo pilastro, Katia Scarpignato, era già stata rimessa in libertà a maggio. L’inchiesta, chiamata i “12 Apostoli”, ha portato all’arresto del santone Pietro Capuana, 73 anni, finito prima in carcere e ora agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori.

Una terribile vicenda che inizia più di 40 anni fa, quando fu fondata la setta di Capuana in provincia di Catania. Una storia di plagi e manipolazioni il cui scopo sarebbe stato quello di soddisfare il santone, che nel corso degli anni avrebbe abusato di molte bambine minorenni che, assieme alle loro madri, facevano parte della setta.

Abbiamo seguito la vicenda con Giulio Golia, ascoltando le crude testimonianze delle vittime, che hanno trovato il coraggio di denunciare. “Durante il rapporto (Capuana) aveva bisogno di qualcuno che allargasse le parti femminili perché lui non era in grado di farlo da solo perché non aveva un’erezione. Però lui doveva riuscirci per forza e provava a infilartelo”. Racconti terribili di ragazze che all’epoca avevano dagli 11 ai 16 anni.

Sfoglia qui sotto la gallery dei servizi di Giulio Golia

La setta di Pietro Capuana: le foto

 
1 di 8

 

Per via di una fede cieca in quello che veniva considerato dagli adepti la reincarnazione dell’arcangelo Gabriele, molte madri facevano avvicinare le loro figlie a Capuana. Erano onorate quando le bambine venivano scelte per fare i cosiddetti “turni”, ovvero passare 24 ore a casa di Capuana. Secondo le testimonianze, queste ragazze, oltre a prestarsi agli abusi del santone, dovevano lavarlo, vestirlo e imboccarlo. A organizzare i turni sarebbero state proprio le tre donne “pilastri” della comunità, rimesse in libertà dai domiciliari e accusate di aver favorito gli abusi sessuali, convincendo le ragazzine e avvicinandole a Capuana proprio attraverso l’organizzazione dei “turni”. Fabiola Raciti, come ha raccontato una delle madri a Giulio Golia, avrebbe tranquillizzato la donna, alla quale era venuto qualche sospetto. “Le ho detto: ‘Guarda a me non piace che quest’uomo stringe mia figlia’. Lei mi ha risposto ‘stai serena perché non potrebbe mai fare niente di male è come se stesse con suo nonno, poi ci siamo noi, non ti fidi di noi che siamo delle mamme?’”. Le donne non potranno però tornare a Motta Sant'Anastasia, dove vivevano e dove risiede lo stesso Capuana. In molti si chiedono dove si trovino.

Ma non è finita qui: nell'indagine sarebbe coinvolta una nuova presunta vittima, che avrebbe denunciato di aver subito abusi quando era minorenne e che dovrà essere interrogata davanti al Gip attraverso l’incidente probatorio.

Vi terremo, naturalmente, aggiornati.

Guarda qui sotto tutti i servizi di Giulio Golia sulla setta di Pietro Capuana

 

I nostri servizi sulla setta di Capuana

Ultime News

Vedi tutte