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Acqua contaminata nella Marina, Pelazza: “Fermato e perquisito, ma andiamo avanti”

Mercoledì è stato portato in caserma all’Arsenale di La Spezia e denunciato. Ecco cosa è accaduto e su cosa stanno indagando Le Iene

 

 

 

“Ci hanno fermati, identificati e perquisiti, volevano pure sequestrarci tutto il materiale”. La nostra Iena Luigi Pelazza racconta, nel video che vedete qui sopra, il fermo subito mercoledì all’Arsenale di La Spezia. “Noi continueremo comunque a indagare sulle acque che sono imbarcate sulle navi della Marina Militare”, assicura. La sua inchiesta è partita con il servizio del 25 febbraio proprio sull’acqua contaminata, potenzialmente cancerogena, che potrebbe essere stata data a migliaia di militari della Marina.

Pelazza stava semplicemente facendo il suo lavoro, “Volevamo andare a parlare con il comandante dell’arsenale della Marina a La Spezia”, con l’obiettivo di fare qualche domanda su nuovi documenti, che accerterebbero che le acque di una nave della Marina sarebbero effettivamente dannose per la salute. “Arriviamo all’entrata secondaria dell’arsenale. Sinceramente non conoscevamo il posto. Non c’era una sbarra o un cartello. Nessuno ci ha indicato di fermarci. Quindi siamo entrati con la macchina. Abbiamo fatto alcuni metri. Al ritorno abbiamo visto che la strada era sbarrata da una camionetta della Marina. I carabinieri ci hanno identificato, portato in caserma e perquisito”. La nostra Iena racconta che “ci volevano sequestrare il materiale, comprese le attrezzature”. “Alla fine, come previsto per legge, ci siamo accordati sul fare una copia del girato che riguardava l’arsenale militare”. I carabinieri hanno poi denunciato penalmente Luigi Pelazza per essere entrati in una zona militare senza autorizzazione.

“Le immagini dell’arsenale militare non potremo mandarle in onda, perché sono state sequestrate. Però tutto il resto del materiale è nostro”, rassicura la Iena, “per cui lo vedrete in onda prossimamente a Le Iene. Tranquilli: noi andremo avanti”.

Il primo servizio del 25 febbraio di Luigi Pelazza parte dal caso del maresciallo infermiere Emiliano Boi che nel 2011 comunicò ai superiori dei rischi dell’acqua di mare, desalinizzata e trattata con raggi ultravioletti, che veniva data, da bere e per cucinare e lavarsi ai militari della fregata Duilio. Questa acqua non sarebbe potabile e risulterebbe potenzialmente cancerogena. Non avendo ricevuto risposta dai superiori, Boi ha segnalato il caso al segretario del Partito per la tutela diei militari. L’unica risposta che di fatto ha ricevuto è stata quella di ritrovarsi sotto processo per aver divulgato quelle informazioni all’esterno. Le uniche risposte nel merito parlano di “un caso isolato” sula Duilio. Nel 2016 la Grecale ha chiesto però analisi sull’acqua data a bordo. Lasciando aperto il dubbio che per anni sia data a migliaia di militari a bordo delle navi (ora vengono date delle bottigliette ma l’acqua viene sempre usata per cucinare e lavarsi).

Pelazza, che aveva già affrontato un altro scandalo che aveva coinvolto il precedente Capo di stato maggiore della marina ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ha letteralmente rincorso in motorino il suo successore, ammiragglio Valter Gilardelli, che due mesi fa aveva promesso di farsi sentire per parlare del caso dell’“acqua contaminata”. Non si è più fatto sentire. Lo faremo presto noi de Le Iene con Luigi Pelazza.

Guarda qui sotto il nostro precedente servizio “Denuncia acqua contaminata: la Marina lo processa” del 25 febbraio.

 

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