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“Ho 78 anni e rischio lo sfratto. Salvate me e i miei 25 cani” | VIDEO

Adriana Guerra si è rivolta a Le Iene per salvare la sua casa in provincia di Venezia e soprattutto i suoi 25 cani

“Ci si sente delle nullità perché non si può combattere contro le banche e i giudici”. E così a 78 anni, c’è chi rischia di ritrovarsi in mezzo alla strada.

Questa è la storia di Adriana Guerra e di suo marito, che hanno scritto a Le Iene dalla provincia di Venezia per chiedere aiuto. Se i due pensionati non dovessero trovare una soluzione, rischierebbero tra qualche mese di dover lasciare la loro casa. Sotto a quel tetto oltre a loro vivono anche venticinque cani ai quali hanno dedicato la loro intera vita. Attraverso i loro sforzi sono riusciti a far scodinzolare almeno duecento cani strappati dai destini più crudeli.

Il primo fu un Cocker abbandonato per strada perché aveva il cimurro”, ci racconta Adriana. “Per curarlo siamo andati fino in Germania”. Era il 1968, dopo quel primo cane la coppia si prese cura di tanti altri. Quella che più è entrata nel cuore di marito e moglie è Cora, un alano che soffriva di cecità. La strapparono dal canile dove era stata abbandonata, e una sera vedendola agonizzante scoprirono che soffriva di ritorsione dello stomaco. “L’abbiamo portata subito in clinica per operarla”, racconta Adriana. “Siamo stati un’intera notte ad accarezzarle il muso, poi alla mattina si è spenta”. Poi è venuto Biscotto, un cagnolino che non si faceva toccare da nessuno. Prima di abbandonarlo, il suo padrone gli aveva rotto tutti i denti. Nella casa di Adriana torna a scodinzolare e ad avere fiducia nel genere umano.

Gli anni passano e la voglia di aiutare i cani è sempre più grande. Così come l’esigenza di avere nuovi spazi da dedicare a loro. La coppia trova una villa di 300 metri quadri che da tempo sognavano. “Per noi è stato il paradiso”, spiega Adriana. “Ha un grande giardino attorno dove gli animali possono stare liberi, vicini di casa favolosi a cui piacciono e possono stare anche al coperto”.

Moglie e marito non hanno dubbi, quella è la casa che va bene per tutti loro. Siamo a inizio millennio, Adriana e Paolo investono tutti i loro risparmi. Dentro c’è anche la liquidazione di lui dopo una vita trascorsa all’acquedotto di Mestre. Accendono così un mutuo di 200 mila euro. “Nel giro di poco la rata è lievitata da 1.200 euro al mese a 2.000”, racconta Adriana. “Non potevamo più pagarli e abbiamo voluto vederci chiaro. Dietro quel mutuo ci è stato detto che c’era l’ombra dell’usura”. Inizia così la battaglia legale. “Ma per due volte il giudice non ci dà ragione”. E’ il 2016, il giorno dello sfratto esecutivo ricevono una notizia inaspettata: possono restare nella loro casa, ma solo per altri due anni. Quella proroga però sta per scadere.

Ora il futuro dei due pensionati è veramente appeso a un filo. Come il loro anche quello dei 25 cani curati da Adriana. Ognuno con la sua storia: c’è chi è stato strappato dal terremoto de L’Aquila e chi dalla camera a gas della Croazia. Una famiglia decisamente allargata. Si va dalla più giovane, Nocciolina e tutta la cucciolata di quattro fratelli, fino alla più grande, Lola, un pastore tedesco di 18 anni.

Dieci dei venticinque cani di Adriana vivono con lei nella villa di Venezia. “L’Asl ha fissato un numero massimo di animali per ragioni igieniche”, dice. “Io proprio non so dove metterli se mi dovessero strappare la casa. Qui è stato chiuso anche il canile e adottare un cane già adulto è complesso”.

Adriana si è rivolta a Le Iene per lanciare un appello. “Vorrei trovare un benefattore che mi desse una mano per comprare questa casa”, ci spiega. “La banca vuole chiudere tutto con 100mila euro, a fronte del nostro investimento di oltre 450mila euro. Cerchiamo qualcuno disposto ad acquistare la casa e a lasciarci finché i cani sono in vita. Si parla di 6-7 anni, poi l’abitazione diventerebbe sua a tutti gli effetti”.

Una speranza per Adriana, suo marito e tutti i loro cani che così avrebbero qualche altro anno da vivere in serenità. "Saremmo eternamente grati a questa persona, soprattutto la mia associazione che si chiama ‘Codini in festa’”, conclude Adriana. “Perché non vorrei proprio che diventasse associazione ‘Codini in pianto’. Sarebbe proprio un brutto epilogo”. Chi volesse aiutarla può scrivere a redazioneiene@mediaset.it.

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