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Resta in carcere il mercenario intervistato da Le Iene mentre combatteva in Ucraina | VIDEO

Antonio Cataldo, italiano accusato dalla Procura di Genova di essere un combattente filorusso in Ucraina, dovrà restare in carcere. Si difende dicendo distribuiva medicinali, ma le nostre immagini dimostrano il contrario. Ancora latitante invece Andrea Palmieri

Italiani che combattevano la guerra civile ucraina per 250 euro al mese. Il Tribunale del Riesame di Genova conferma l’arresto per i mercenari italiani andati in Ucraina a combattere per i separatisti filorussi. Tra questi c’è Antonio Cataldo, 34enne arrestato ad agosto che noi de Le Iene abbiamo intervistato nel 2015, come vedete nel video qui sopra, proprio mentre si trovava al fronte nel Donbass. Per i magistrati deve rimanere in carcere perché, come per Vladimir Verbitchii, che deve restare invece agli arresti domiciliari, “c’è un concreto pericolo che si rechino per incarichi da mercenari in Paesi privi di estradizione”.

Gli indagati sono in tutto quindici, accusati di reclutamento di mercenari e di combattimento in un conflitto armato estero, ma anche di istigazione all’odio e alla discriminazione razziale. Secondo i giudici non regge la versione di Cataldo, che sostiene di essersi recato in Ucraina “solo per supporto alla popolazione, distribuendo medicinali e cibo”. Una versione che contrasta decisamente con le immagini che abbiamo ripreso al fronte durante la prima missione di Antonio. E' lui stesso, infatti, che alla domanda di Luigi Pelazza se fosse un cecchino risponde "sì", raccontandoci anche dei suoi combattimenti in Libia, dove "pagavano molto". Ci ha raccontato degli "allenamenti" che faceva ogni giorno per sparare con precisione, e alla domanda se lì in Ucraina avesse già "messo qualcuno nel mirino", risponde che "è la guerra". “Sono venuto qui per difendere questa gente", ci ha detto, sostenendo di non guadagnare niente.

Luigi Pelazza ha intervistato anche Andrea Palmieri, lucchese di 39 anni ancora latitante probabilmente in Ucraina o in Russia. “Sono venuto qui per aiutare la popolazione”, ci ha detto nel 2015. “Io amo la Russia, amo Putin, qui hanno bombardato bambini e donne. Sono convinto che se non vinciamo qua scoppia la terza guerra mondiale. Vengo pagato pochissimo, 300 euro al mese come rimborso spese per quello che faccio”.

Guarda il servizio di Luigi Pelazza con i mercenari italiani che sono andati a combattere in Ucraina Cataldo e Palmieri.

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