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Giochi senza barriere, con la nostra Bebe Vio “smontabile”

A Roma le sfide tra supereroi, disabili e normodotati, paralimpici e non. Protagonista Bebe Vio, che in un servizio si era “smontata” e aveva riso con noi de Le Iene

Non partono solo i Mondiali di calcio oggi, c’è anche un’altra manifestazione con atleti straordinari, quelli disabili e paralimpici. L’appuntamento con i Giochi senza barriere è per stasera, 14 giugno, alle 20.30 allo Stadio dei Marmi di Roma. In gara ci sono 8 squadre di 20 giocatori ciascuna (adulti e bambini, disabili e normodotati). Il simbolo per tutti è Bebe Vio, che naturalmente ci sarà e che partecipa dalla prima edizione del 2011.

Sempre con quella forza e con quel sorriso, che l’hanno portata a vincere un oro olimpico e tre Mondiali di scherma paralimpica, solo per citare i titoli principali. A Bebe, che ora di anni me ha 21, all’età di 11  sono stati amputati, per una meningite fulminante, avambracci e gambe. Con noi de Le Iene nel 2016, ha dimostrato di nuovo tutta la sua forza e la sua ironia letteralmente “smontandosi”, prestandoci una sua protesi e proclamando la necessità di ridere e prendere in giro anche chi è disabile nel servizio “Bebe Vio, una ragazza a pezzi” di Sabrina Nobile, che vi riproponiamo in fondo all’articolo.
 
Sfoglia qui sotto le foto del servizio nella gallery.

Bebe: una meravigliosa ragazza a pezzi;: le foto

 
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I Giochi senza barriere, che riecheggiano volutamente i vecchi Giochi senza frontiere, sono stati ideati dai volontari dell’associazione art4 sport Onlus, nata grazie a Bebe Vio. Ogni squadra è capitanata da personaggi famosi dello sport e dello spettacolo, da Valentina Vezzali a Martin Castrogiovanni, da Fedez a Martina Colombari, e si confronta con sfide strane e divertenti. Tema di quest’anno: #supereroi, come lo sono le persone che convivono con la disabilità, magari facendo lo stesso sport.

Le squadre arrivano da otto città italiane per altrettante regioni: Torino, Milano, Treviso , Livorno, Fano, Assisi, Roma e Oristano. A presentare la serata, per il terzo anno consecutivo, è il Trio Medusa. L’evento è visibile in live streaming cliccando su questo link

Il servizio di Sabrina Nobile con Bebe Vio partiva da un suo selfie diventato subito virale sul web, che vedete qui sotto. Bebe si era staccata un avambraccio trasformandolo in “selfie stick”, il bastoncino per fare meglio i selfie. Didascalia: “Mamma mi ha sempre detto che sarei potuta diventare qualsiasi cosa nella vita… quindi ho deciso di essere un selfie stick”.
 



Bebe si è “smontata” ridendo anche con noi. Si è staccata un avambraccio ancora attaccato al microfono e ha mostrato come lo manovra con gli stessi muscoli di “chi ha tutti i pezzi”. “Ti definiscono normale soltanto perché c’hai tutti i pezzi”, dice ridendo a Sabrina Nobile. “Bisogna sempre scherzare un po' anche perché, se no, con certe situazioni non ce la si fa. Per me è normale staccarmi qualcosa e passarlo agli altri. Anche a scuola mi arrivava a volte una voce dal fondo: ‘Bebe, mi passi il braccio che mi sto annoiando’”.

“Proprio perché anche noi siamo persone normali, si può e si deve scherzare anche sulla disabilità, l’ironia ti aiuta a vivere meglio”, insiste. “E non dobbiamo prenderci in giro solo noi, devono farlo anche gli altri. Se sei disabile, ti trattano tutti come se fossi un cavalluccio di cristallo, invece ti devono trattare normalmente, anche prendendoti in giro. Io sono fiera delle mie protesi, mi piacciono, le mani vostre si muovono un po’ troppo, mi fanno un po’ schifo, e pure i piedi!”.

Si può ridere su tutto, anche sul dolore. Ricordo che una volta a casa, durante il periodo molto sofferto delle prime medicazioni a casa delle cicatrici ancora aperte, sbottai. Visto che ho un letto un baldacchino molto alto, urlavo: ‘Basta, mi butto giù, mi suicido’. Mio padre mi disse: ‘Bebe, dal letto ti fai solo male, ancora di più, non muori. Piuttosto, guarda, lì c’è la finestra. Se vuoi suicidarti, ti ci accompagno io’. Mi fece ridere in un momento difficile. La chiuse così: ‘ Ma stai zitta che la vita è una figata!’. Io sono stata un po’ male, ma adesso sto bene. In un certo senso devo ringraziare la malattia che mi ha fatto scoprire tutto un nuovo mondo, quello dello sport paralimpico che mi piace un sacco”.

E allora buoni Giochi senza barriere, Bebe, a te e a tutti!

Clicca qui in basso per vedere tutto il servizio di Sabrina Nobile con Bebe Vio.

 

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