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Borseggiatori a Venezia: tre arrestati (anche padre e figlia) con le mani nel sacco

Giro di vite ai borseggi dopo il servizio del nostro Nicolò De Devitiis. Anche il sindaco di Venezia annuncia azioni per contrastare il fenomeno 

Avevano preso di mira alcuni turisti e nelle loro tasche erano già finiti 1.650 euro in contanti. Sono stati arrestati tre borseggiatori beccati nei pressi del ponte della Paglia. Un fenomeno e un punto di Venezia che abbiamo conosciuto grazie a Le Iene.

Questa volta tra gli arrestati ci sono addirittura padre e figlia specializzati nell’allungare le mani dentro tasche e borse dei malcapitati, quasi sempre turisti arrivati da qualsiasi parte del mondo. Prima dell’arrivo delle forze dell’ordine avevano preso di mira una donna coreana di 53 anni “alleggerita” del cellulare e altrettanto è capitato a un’altra turista.

Denunciando il furto, le due hanno fatto scattare i controlli e l’arresto dei tre responsabili che sono stati processati per direttissima e per un po’ se ne staranno al fresco. Si tratta di una 25enne e di padre e figlia, di 42 e 24 anni. Due di loro hanno patteggiato un anno e tre mesi, oltre a 300 euro di multa. I guai però non sono finiti: la 25enne ha l’obbligo di firma a Roma mentre il 42enne ha il divieto di dimora in Veneto. Nella rete è finita anche la figlia di lui, di 24 anni, che è stata condannata a otto mesi di carcere.

In queste ore anche il sindaco di Venezia ha annunciato azioni di contrasto, dopo aver confermato di aver visto il nostro servizio. “Abbiamo fatto una proposta per provvedimenti che coinvolgano il giudice di pace, che pagheremmo noi del Comune, affinché ci sia la possibilità di mettere in cella qualche giorno queste ragazzine”, ha detto Luigi Brugnaro. E poi aggiunge, con un linguaggio colorito che di certo non si addice a un sindaco: "Almeno un giorno di cella per volta e poi le liberiamo con una pedata o con un pagamento di una salata cauzione". E perentorio chiosa: “Dalle parole dobbiamo passare ai fatti”.

Nicolò De Devitiis ha mostrato inoltre che il fenomeno dei borseggi a Venezia spesso è portato avanti da giovanissime anche incinta. “Le arrestiamo ogni giorno”, ci hanno risposto le forse dell'ordine a cui De Devitiis ha chiesto spiegazioni del fenomeno così diffuso. Ma ci hanno spiegato che le ragazze sanno che dichiarandosi minorenni o incinte rischiano molto poco. E all’ennesimo tentativo della Iena di parlare con alcune di loro la situazione è degenerata con botte, sputi e calci.

Guarda qui sotto le foto della gallery coi momenti ad alta tensione del nostro servizio

Le borseggiatrici rom di Venezia, minorenni o incinte. Le foto

 
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Nel servizio De Devitiis ha lanciato un appello ai tanti rom integrati nel nostro paese che vivono nella legalità e con spirito di sacrificio. In tantissimi ci avete scritto per raccontare la vostra storia attraverso un coro unanime: “Siamo stufi di pagare per il comportamento di queste persone”.

Guarda qui i video appello dei rom d'Italia

Garip ha condiviso con noi la sua storia, iniziata nel nostro paese nel pieno della crisi economica. Oggi lavora in Belgio per una fabbrica di cioccolato. Come lui, si guadagna da vivere facendo l’operaio anche Alievski. “Non è giusto che ci rimettano le persone oneste, quando a un colloquio di lavoro, vedendo che hai origini romene, ti scartano nonostante tu abbia tutti i requisiti” ci ha detto.

Guarda qui sotto il servizio di Nicolò De Devitiis sulle borseggiatrici di Venezia.

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