Il santone Capuana torna libero, restano le accuse di abusi su minori
Revocati gli arresti domiciliari per Pietro Capuana, 73 anni, capo spirituale di una comunità del Catanese che si sarebbe trasformata, secondo le indagini e i nostri servizi, in una “setta degli orrori”
Il “santone” Pietro Capuana è tornato in libertà. Il Gip infatti ha revocato gli arresti domiciliari per l’indagato chiave, di cui ci siamo occupati anche noi più volte quest’anno con Giulio Golia. Resta l'accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori, mentre è arrivata alla magistratura la denuncia di un’altra vittima.
Il 7 giugno il tribunale del Riesame aveva rimesso in libertà dai domiciliari anche Fabiola Raciti e Rosaria Giuffrida, due dei “tre pilastri”, accusati di aver favorito gli abusi sessuali nella setta di Pietro Capuana. Il terzo pilastro, Katia Scarpignato, era già tornata libera a maggio.
La storia inizia più di 40 anni fa, quando fu fondata la comunità spirituale di Capuana in provincia di Catania. Una storia di plagi e manipolazioni il cui scopo sarebbe stato quello di soddisfare il santone, che nel corso degli anni avrebbe abusato di molte bambine minorenni che, assieme alle loro madri, facevano parte della setta.
Abbiamo seguito la vicenda con il nostro Giulio Golia, ascoltando le testimonianze delle vittime che hanno trovato il coraggio di denunciare. “Durante il rapporto (Capuana) aveva bisogno di qualcuno che allargasse le parti femminili perché lui non era in grado di farlo da solo perché non aveva un’erezione. Però lui doveva riuscirci per forza e provava a infilartelo”. Racconti terribili di ragazze che all’epoca avevano dagli 11 ai 16 anni.
Per via di una fede cieca in quello che veniva considerato dagli adepti la reincarnazione dell’arcangelo Gabriele, molte madri avrebbero fatto avvicinare le loro figlie a Capuana. Sarebbero state anzi onorate quando le bambine venivano scelte per fare i cosiddetti “turni”, ovvero passare 24 ore a casa di Capuana. Secondo le testimonianze, queste ragazze, oltre a prestarsi agli abusi del santone, dovevano lavarlo, vestirlo e imboccarlo.