Carla Caiazzo, bruciata dall'ex: “Approvate la legge sull'omicidio di identità” | VIDEO
Due anni fa l’ex aveva dato fuoco a Carla Caiazzo, incinta di otto mesi. Oggi la donna si sta riprendendo la sua vita
La storia di Filomena, raccontata domenica scorsa a Le Iene dalla nostra Nina Palmieri, ha colpito tanti di voi. La donna è stata sfregiata dal marito con una bottiglietta di acido solforico. Stava dormendo nel letto matrimoniale, quando l’uomo che aveva al suo fianco l’ha svegliata nel cuore della notte per lanciarle in pieno volto il liquido corrosivo. E’ stato un percorso di sofferenza e speranza per Filomena che si è dovuta sottoporre a tanti interventi chirurgici per ricostruire quel volto e quella identità che suo marito ha tentato di cancellare.
Come lei, anche Carla Caiazzo ha dovuto subire la violenza dell’ex compagno che due anni fa le ha dato fuoco. Un gesto di violenza estrema verso la donna che sarebbe diventata a breve la madre di sua figlia. Oggi Carla è più forte e determinata, ci racconta quello che ha dovuto vivere per tornare a sorridere.
“Vedo i miei occhi tristi ma pieni di vita e di forza”, ci racconta. “Dopo la mia tragedia, mi sono dovuta specchiare gradualmente. E’ stato un momento molto forte che ho dimenticato, per autodifesa”. Questo è stato il traguardo di un percorso lungo che Carla ha condiviso con tante persone. “Il mio nuovo compagno mi fa sentire bella, perché ai suoi occhi sono bella, dandomi la carica per affrontare ogni giornata”.
La sua è stata una doppia vittoria perché dalla violenza è nata una nuova vita. “Sono mamma di una piccola di due anni che mi ha dato una spinta per esserci”.
La violenza subìta da Carla, Filomena e da tante donne è anticipata da segnali che dovrebbero suonare come campanelli d’allarme. “Non dobbiamo far passare neanche uno schiaffo” spiega Carla. “Molte donne pensano che la violenza sia sinonimo di amore. Non è così. Se un uomo usa violenza ha qualche problema”.
Loro sono tutte accomunate anche dal bisogno di giustizia. Spesso al dramma si aggiunge la beffa, con pene veramente irrisorie. Quella inflitta al marito di Filomena per averla sfregiata con l’acido è stata di appena 18 mesi. E’ andata diversamente a Carla: l’ex compagno infatti è stato condannato a 18 anni di reclusione. Le vittime vogliono una doppia certezza sia nelle pena che nella loro tutela ed è quanto previsto dalla legge sull’omicidio di identità.
“E’ stata una delle poche volte che i nostri politici si sono trovati tutti concordi allo stesso tavolo”, commenta Carla. “Questa legge è necessaria perché in Italia non c’è certezza della pena. Un uomo può ammazzarti non necessariamente uccidendoti, ma anche lasciandoti viva”.
Questa legge è già stata approvata in Senato. Per entrare finalmente in vigore è necessario il suo passaggio alla Camera. “Colmerebbe un vuoto legislativo evidente per un reato che va oltre l’assassinare la vittima” spiega l’avvocato Mario Zuccaro che ha seguito i casi di Carla e Filomena ed è tra i promotori di questa legge.
“Con questa proposta di dà la certezza della pena che varia dai 12 ai 18 anni”, sottolinea il legale. “In più il condannato non godrà di semilibertà. Perché la massima preoccupazione delle vittime non è quanto prenderanno i loro carnefici, ma quando usciranno dal carcere”. La speranza è che questa legge diventi una delle priorità della nuova legislatura.
Molte al bisogno di giustizia riescono ad aggiungere la voglia di aiutare tante altre donne. Un esempio è l’associazione #ioridoancora fondata da Carla che con Mena Marano ha avviato un progetto di assistenza e prevenzione anche attraverso la moda e il suo brand di punta, Silvian Heach.
“Volevano spegnermi il sorriso io oggi ho una grande voglia di ridere e sorridere”. Un augurio che per Carla e tante altre donne è diventato un progetto affinché ogni giorno possano dire #ioridoancora.
Guarda qui sotto il servizio di Nina Palmieri