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Gorizia, concorso pubblico con beffa finale

Candidati divisi su 2 giorni, ma al secondo ci sono già i vincitori. E partono le denunce

Se fosse un film, sarebbe “Il concorso più pazzo del mondo”.

Soldi pubblici buttati per effettuare prove d’esame di un concorso del tutto inutile. Perché? Perché i posti erano già stati assegnati durante il primo dei 2 giorni di prova. L’ultima frontiera della spreco di denaro pubblico, in un Paese che ne ha davvero viste di tutti i colori, in termini di malagestione.

A denunciare il fatto, che potrebbe sembrare quasi una barzelletta, è il consigliere comunale di Gorizia Fabio Gentile. Il contesto è quello di un concorso bandito dall’azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina. Una ricerca indirizzata a coprire 12 posizioni di operatore tecnico (categoria B e a tempo pieno e indeterminato) destinato ai servizi di portineria e centralino dell’azienda.

“Si richiedeva – spiegava Gentile - un’esperienza comprovata di almeno tre mesi in quella specifica posizione, elemento che però non faceva punteggio, e il superamento di una prova pratica, consistente nel saper gestire il traffico telefonico, nella scrittura di un testo in word e nella conoscenza del programma excel ”.

Requisiti che potete vedere voi stessi nell’avviso di selezione originale, che pubblichiamo qui. 

 

Stipendio previsto 1.200 euro. Rispondono in moltissimi e vengono selezionati, dal competente centro per l’impiego, in 187, che nel mese di luglio vanno a sostenere la prova. Già dal primo giorno, la strada è in salita. Non ci sono computer, non ci sono centralini, e allora nessuna prova pratica: i candidati possono solo rispondere ad una singola domanda sul funzionamento dell’azienda sanitaria.

Ma il bello, se non bastasse già questo, arriva il giorno seguente.

“Dei 90 candidati rimanenti, si presentano in 50 – prosegue Gentile –. Questi però non fanno neanche in tempo ad aprire la busta con la domanda, che si alza una donna, probabilmente una componente della commissione esaminatrice. Lo stupore è tanto, e aumenta a dismisura quando questa persona comunica che il giorno precedente si era già raggiunta la quota dei 12 selezionati”. Tutti a casa quindi, anche se ai 50 viene “concesso” di terminare comunque la prova. Così, per dimostrare la propria “idoneità”. Una beffa.

Uno dei testimoni conferma - “Io ero nel secondo turno del secondo giorno. All’improvviso una donna della commissione esaminatrice, in modo brutale, ci dice che se vogliamo possiamo anche andare a casa, che tanto i 12 erano stati già scelti. In sala è scoppiato il finimondo, tra gente incredula e altri che si alzavano e andavano via imprecando”.

Spieghiamo bene: gli unici requisiti a fare punteggio, per la graduatoria, erano l'ISEE e l'eventuale disoccupazione. Trenta i punti assegnati per lo stato di disoccupazione e 25 quelli per l'ISEE a 0 euro, più altri 25 punti se partecipavi alle prove. Prove che dunque avrebbero aggiunto, al punteggio parziale,  l'eventuale dato dell'idoneità al lavoro. Si forma dunque una graduatoria già prima dell'inizio dell'esame, da confermare una volta che i candidati risponderanno al quiz. E quei 12 vincitori già al primo giorno, sono dunque i candidati nei primi posti della graduatoria che hanno anche risposto bene al quiz. Un pasticciaccio dunque, anche se regolare.

Quello che non torna è il fatto che il Centro per l'impiego non abbia potuto accertare i tre mesi di esperienza nel ruolo, perché si è deciso di utilizzare l'autocertificazione. Conseguenza? Praticamente nessuno dei 12 vincitori aveva realmente questa esperienza, ed era in grado di iniziare subito a lavorare in autonomia.

La prova? il fatto che le 12 persone di cui i vincitori hanno preso il posto, e che già lavoravano, erano lì da tempo con contratto interinale, in scadenza al 15 luglio. E sono stati riconfermati per altri due mesi e mezzo, per formare quei 12 che avevano vinto, ma che non sapevano lavorare. Uno degli interinali conferma: “Quasi nessuno di questi era in grado di svolgere il lavoro. C'era chi aveva lavorato in un campeggio, e un altro che aveva fatto un tirocinio in un Comune, ma il tirocinio non si qualifica come esperienza lavorativa. E per quei due mesi di affiancamento, infine, l’azienda ha pagato 24 stipendi invece di 12”. Soldi nostri, ovviamente: potere dell’autocertificazione.

La polemica, in città, scoppia immediata, e parte un esposto in Procura.

L’unico che sembra al momento assolutamente tranquillo, e quasi meravigliato di tutta questa bagarre, è il direttore generale dell’Aas, Antonio Poggiana, che intervistato dal “Piccolo” conferma le condizioni del concorso.

"Non  era una selezione classica, ma una valutazione di idoneità. Immagino che, durante i colloqui, arrivati a un numero di 30 o 40 persone esaminate, c’erano già 12 idonei. Quindi, nulla di oscuro”.

Ma al peggio spesso non c’è mai fine, e la storia riserva una beffa nella beffa.

“Tutti i miei colleghi che già lavoravano a quel servizio – aggiunge un altro interinale – sono finiti nei posti bassi della graduatoria, perché avevano già un reddito e soprattutto un lavoro: noi non abbiamo potuto concorrere alla pari con gli altri”. Come dire: chi già poteva lavorare e sapeva farlo, vada a casa e chi non sapeva lavorare, impari, ma affiancato da un tutor. Tutto regolare, cose di casa nostra.

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