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Crazy for Football: ecco i giocatori della nazionale italiana di calcio a 5 per pazienti psichiatrici!

Dal 13 al 16 maggio si terranno i mondiali. Noi de Le Iene avevamo conosciuto la squadra nel 2016. Ecco la nuova formazione

Quest’anno, se non c’è la nazionale italiana a intrattenere la nostra estate, c’è però un’altra nazionale molto speciale, che giocherà i mondiali proprio nel nostro paese, a Roma. Dal 13 al 16 maggio si svolgerà il Dream World Cup 2018, il campionato mondiale di calcio a 5 per pazienti psichiatrici.

Il nostro Giulio Golia, in un servizio andato in onda nell’ottobre 2016, aveva già conosciuto la squadra nazionale in occasione di una partita contro i pazienti del Rems di Ceccano. “Il calcio mi ha aiutato a tornare in gruppo e a metabolizzare i miei problemi e i miei disagi”, aveva raccontato Enrico. L’obiettivo di questo mondiale, che cade 40 anni dopo la Legge Basaglia (con la quale furono aboliti i manicomi), è proprio quello di promuovere il valore del gioco del calcio come spinta al reinserimento sociale per i pazienti psichiatrici. Parteciperanno oltre 140 pazienti provenienti da dieci Paesi (Italia, Spagna, Argentina, Cile, Francia, Giappone, Perù, Senegal, Ucraina e Ungheria) che si affronteranno in un torneo di quattro giorni.

Alcuni dei giocatori di “Crazy for Football”, la nazionale italiana sotto la guida del mister Enrico Zanchini (ex giocatore di calcio a 5 in A1), hanno già partecipato ai mondiali dello scorso anno, in Giappone, dove l’Italia si è qualificata terza. I nuovi giocatori sono invece stati selezionati in tutta Italia, con attenzione “non solo alle diverse abilità sportive - spiega l’ufficio stampa dell’associazione - ma anche alle diverse patologie mentali, per abbattere il muro della vergogna della malattia psichiatrica”.

“Nel giocare a calcio sicuramente c’è un beneficio”, ci aveva spiegato lo psichiatra della Nazionale, Santo Rullo, capo del comitato scientifico. “Questi ragazzi giocando diventano assolutamente normali. Persone che non si possono toccare perché hanno fobie qui si abbracciano, si lanciano nel fango. Un miracolo? No, semplicemente la testa anziché stare chiusa in una fobia sta aperta a fare andare il corpo e a giocare a pallone”.

Proprio ieri, in occasione della conferenza stampa, sono stati presentati alcuni dei giocatori della nazionale. E anche noi de Le Iene abbiamo voluto conoscerli meglio!

 

A capitanare la squadra c’è un ragazzo dai modi eleganti, Ruben, il difensore che il nostro Giulio Golia aveva già conosciuto nel 2016. Ruben è dovuto crescere in fretta: il padre è rimasto paralizzato quando lui aveva solo 12 anni. Lui, chiuso nella sua stanza, è diventato per un periodo quello che, con un termine giapponese, viene detto un Hikikomori (ragazzi che vivono isolati nelle loro camere, con difficoltà a dialogare e si rifugiati spesso in realtà alterate, come i videogiochi). Ma, grazie al calcio, Ruben è tornano in mezzo agli altri. 

 

A difendere la porta del nostro Paese c’è Luis Alberto, detto “Mano de piombo” per la sua eroica prestazione al mondiale dell’anno scorso, quando ha lottato per la sua squadra con il dito lussato!

 

Poi c’è Christian, con il numero 10. Considerato il “re dei palleggi”, avrebbe fatto sfigurare perfino Totti mentre palleggiava sdraiato per terra. L’allenatore Spalletti, vedendolo, ha chiesto al Capitano: “Checco, ma tu questo lo sai fare?”. E Totti: “Ma che sei matto? Se ce provo io me ricoverano subito a Villa Stuart”.

 

Ruggero è il classico giocatore che ti sorprende. Era il più impreparato all’inizio degli allenamenti, ma nei mondiali in Giappone ha sbaragliato tutti lottando da vero gladiatore per la vittoria.

 

Ecco “il bomber”: Enrico, che quando prende palla non la molla più. Ai provini ha raccontato al mister di sentirsi isolato, ma è proprio il calcio che gli può dare la spinta ad andare incontro agli altri, per passare la palla, in campo come nella vita.

 

Nigeriano, Sam vive in Italia da quando era piccolo. La “confusione in testa”, come dice lui, è arrivata dopo un incidente da piccolo alla mano. Ma in campo è un vero fulmine.

 

È stata la determinazione di Antonio a portarlo ai mondiali. Dopo aver visto l’appello di Santo Rullo, lo psichiatra della squadra, in tv, ha fatto le valigie ed è partito per i provini. Fortissimo, e un po’ chiacchierone, quando fa sul serio in campo non ce n’è per nessuno.

 

Ed ecco il “filosofo della Nazionale”: Silvio. Ordinato, tattico, tanto da aver segnato il goal della vittoria contro il Perù nel primo mondiale. 

Guarda qui sotto il servizio di Giulio Golia

 

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