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David Rossi: un anno dopo l'archiviazione dell'inchiesta. Tutti i nostri servizi e i nostri dubbi

Il 4 luglio 2017 il Gip di Siena archivia il caso della morte di David Rossi, capo dell’area comunicazione della Banca Monte dei Paschi, come suicidio. Si trattava della seconda archiviazione. E da lì siamo ripartiti perché, a distanza di quattro anni da quel tragico evento, i punti da chiarire erano ancora molti. Dopo le indagini de Le Iene, diventate un caso nazionale e giudiziario, è aumentata l’attenzione dell’opinione pubblica sul caso. Vi raccontiamo i nostri 11 servizi e ve li riproponiamo 

Un anno fa, il 4 luglio 2017, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siena, Roberta Malavasi, accoglieva la richiesta della Procura di archiviare l’inchiesta per istigazione al suicidio relativa alla morte dell’ex capo della comunicazione della Banca Monte dei Paschi di Siena, 52 anni.
David Rossi viene ritrovato a Vicolo di Monte Pio a Siena, proprio sotto la finestra del suo ufficio che si trovava al terzo piano della sede centrale della banca il 6 marzo 2013, nel pieno della bufera finanziaria che stava travolgendo Mps.

Già nel 2014 veniva archiviata la prima inchiesta. Ma i familiari di David quando si trovano di fronte alle agghiaccianti immagini della telecamera di videosorveglianza che documentano la strana dinamica della sua caduta e osservano attentamente i segni sul suo corpo, smettono di credere al suicidio depositando nuovi documenti e perizie che spingono la Procura di Siena a riaprire le indagini.

La nostra inchiesta parte dopo la seconda archiviazione: troppi punti oscuri ancora da chiarire e la strana sensazione dei familiari di David Rossi che non tutte le iniziative investigative possibili fossero state adottate. Indagando, i dubbi sono aumentati sempre di più.

Ci siamo occupati del caso con 11 servizi della Iena Antonino Monteleone e dell’autore Marco Occhipinti in onda tra ottobre 2017 e aprile 2018. Ve li raccontiamo, vi proponiamo il link e, in basso, potete vederli e cliccarli in sequenza.

1. DAVID ROSSI MUORE IN BANCA: OMICIDIO O SUCIDIO?
Nel titolo c’è già il dubbio fondamentale. Torniamo a Siena, 6 marzo del 2013. Partiamo dall’unico video a disposizione (ripreso da una telecamera di sorveglianza) della caduta mortale per 14 metri di David Rossi alle 19.43: in verticale, con la faccia rivolta al muro, in linea retta. Primi fondamentali dubbi: non c’è “uno slancio”, una rotazione, tipici di chi si lancia volontariamente. E poi: perché ci sono voluti 22 minuti di agonia e altri 40 prima che venga chiamata un’ambulanza? Attorno alle 8 di sera non passa nessuno o qualcuno ha bloccato l’entrata del vicolo? In effetti nel video si vede un uomo misterioso al cellulare che si affaccia e poi si allontana e, poco prima, anche un’altra figura in maniera meno nitida.

C’è poi la questione dell’orologio di David: nel video si vede, alle 20.16, volare verso il corpo di David dalla finestra un oggetto, che si ferma dove è stato ritrovato l’orologio. Sempre alle 20.16 qualcuno risponde e poi butta giù al telefondo di David mentre chiama Carolina Orlandi.

Anche guardando il corpo di David, i dubbi aumentano: ci sono ferite e contusioni sul volto, sul polso (in corrispondenza dell’orologio) e sull’avambraccio. Segni su torace e inguine. Secondo i periti e i legali nominati dai familiari potrebbero essere i segni di una colluttazione. La famiglia sospetta che David sia stato picchiato e poi buttato giù dalla finestra.

Certo, c’è un’email mandata due giorni prima all’amministratore delegato della banca, Fabrizio Viola, in cui annuncia di volersi uccidere. Lo stesso giorno, però, aggiunge di voler parlare con i magistrati. La Iena Monteleone, quando chiede chiarimenti a testimoni e protagonisti, si trova di fronte un “muro di gomma”. Anche l’ex presidente Mps, Giuseppe Mussari, amico di David che era il suo ex braccio destro, non vuole parlare. Ma dice: “Quello che fa la moglie (Antonella Tognazzi, ndr), per me, è Vangelo”.

Clicca qui e guarda il servizio dell’1 ottobre 2017.
 
2. L’EX SINDACO FA RIVELAZIONI SHOCK
Il muro di gomma si incrina con le clamorose rivelazioni dell’ex dirigente Mps ed ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini: “Ho seri dubbi sull’ipotesi del suicidio”. Seduti a un bar di piazza del Campo, aggiunge: “Le anomalie ci sono. David però fa un errore storico, dice che sarebbe andato dai magistrati a raccontare tutto. La città è convinta che sia stato ucciso. Poi l’indagine è stata fatta male, fin dall’inizio”.

Nel servizio raccontiamo quelli che secondo i familiari di David rappresenterebbero errori o omissioni nelle indagini sulla sua morte.

Piccini soprattutto apre un nuovo fronte sulla base di quanto gli avrebbe detto un’amica avvocato, con il marito nei servizi segreti: “C’è anche un’altra storia parallela. Un avvocato romano mi ha detto: dovete indagare su alcune ville fra l’Aretino e il mare e sui festini che facevano lì. Perché la magistratura potrebbe anche avere abbuiato tutto perché se no scoppia una bomba morale. Chi andava a queste feste? Ci andavano anche i magistrati senesi? Ci andava qualche personaggio nazionale? Io posso anche capire che la magistratura di fronte a una cosa del genere cerchi di chiudere perché altrimenti diventa una cosa molto difficile”.

Piccini scopre di essere registrato e diventa furioso.

Clicca qui e guarda il servizio dell’8 ottobre 2017.

3. IL MISTERO DEI FESTINI SESSO E DROGA
Ripartiamo dai misteriosi “festini” di cui ci ha parlato Piccini. Pierpaolo Fiorenzani, azionista, aveva parlato di queste orge addirittura a un’assemblea Mps. “Ho detto che la città è sotto una cappa di piombo, dominata da una cricca di orgiastici e pervertiti”, dice ai nostri microfoni. “I festini si son sempre usati, per legarsi, per ricattarsi”.

L’unico che va in direzione contraria è Antonio Degortes, figlio del famoso fantino Aceto, gestore di discoteche e amico di David Rossi, che nega la presenza di  “festini” e ricorda la grande paura e agitazione in cui versava David da quando aveva subito una perquisizione della Guardia di Finanza tre settimane prima di morire.

Clicca qui e guarda il servizio del 17 ottobre 2017 .

4. LA TESTIMONE MAI SENTITA

Rileggendo gli atti dell’inchiesta aumentano i dubbi: perché il Gip di Siena dice che la segretaria dell’ex amministratore delegato Fabrizio Viola (e prima ancora dell’ex presidente Giuseppe Mussari) era stata sentita, quando la circostanza sembra non corrispondere al vero?

Monteleone va a trovarla e rivela una cosa mai emersa fino a quel momento.

Intanto la moglie Antonella Tognazzi viene indagata per la divulgazione delle email di Viola. L’unico altro indagato dall’inizio dell’inchiesta è il giornalista David Vecchi del Fatto Quotidiano, che si è occupato del caso e che avrebbe pubblicato quelle email. Verranno aggiunti poi Piccini e noi de Le Iene.

Clicca qui e guarda il servizio del 29 ottobre 2017.

5. NUOVE INDAGINI E SEQUESTRI

Le indagini ripartono, a Genova, foro competente su fatti che riguardino i magistrati senesi, con due inchieste, una per diffamazione e una per abuso d’ufficio. La procura dispone il sequestro di tutti i filmati realizzati da Le Iene. Ai magistrati genovesi diamo tutto, tranne i materiali che violerebbero l’anonimato di chi ha deciso di parlare con noi e il nostro segreto professionale.

I magistrati senesi rispondono con un comunicato alle obiezioni della famiglia di David Rossi, ammettendo che si potevano fare alcune indagini ulteriori, secondo loro comunque non determinanti: gli abiti dovevano essere conservati, le ferite sul corpo dovevano essere analizzate, anche i fazzoletti di sangue trovati nel cestino non andavano distrutti.

Clicca qui e guarda il servizio del 5 novembre 2017.

6. IL MISTERO DELLA VALIGETTA
Un nuovo inquietante elemento. L’avvocato Luca Goracci, legale della famiglia di David Rossi, racconta di essere stato contattato da un uomo che sostiene di conoscere elementi importanti sull’“omicidio di David Rossi”. L’ha incontrato un anno e mezzo fa. Il misterioso testimone gli dice che il giorno della morte aveva un appuntamento con David, ma di aver fatto tardi. Avrebbe visto il suo corpo nel vicolo e sarebbe stato aggredito da alcune persone. Qualcuno avrebbe anche sparato un colpo di pistola con il silenziatore.

E spunta fuori una valigetta che David avrebbe sempre portato con sé.

Clicca qui e guarda il servizio del 14 novembre 2017.

7. IL VIDEO È MANOMESSO?

Trasmettiamo il video girato dal primo poliziotto che entra nell’ufficio di David Rossi la sera tra il 6 e il 7 marzo del 2013. Lo fa prima dell’arrivo della Polizia scientifica.

Il confronto tra quel filmato e le foto scattate più di un’ora dopo lascia spazio a pochi dubbi: per gli avvocati della famiglia di David Rossi la scena sarebbe stata alterata.

Da chi? E perché?

Non solo, dai tabulati telefonici risulta che il giorno dopo la morte, alle 9.33, qualcuno ha risposto a una chiamata all’utenza di quell’ufficio, quando ormai era chiuso e sotto sequestri con sigilli del Tribunale. Anche il cellulare di David, che doveva essere spento, alle 7.33 del 7 marzo 2013 è acceso e riceve un messaggio.
 
Inoltre, non solo non sono state acquisite i video delle altre telecamere, ma il disco che conteneva le immagini è andato perduto. L’unico video richiesto dalle forze dell’ordine è quello della caduta mortale che vi abbiamo fatto vedere. Anche in questo ci sarebbero elementi che non tornano, secondo il perito della famiglia, Luca Scarselli: la presenza costante di fari rossi dall’altra parte del vicolo che sembrano i fanali posteriori di un veicolo e di ombre di persone con frame deteriorati. C’è il sospetto che il video sia stato manomesso.

Clicca qui e guarda il servizio del 26 novembre 2017.

8. LA LETTERA, IL VIGLIACCO, GLI SPARI

Mentre a Siena le nuove indagini ora sono due, la vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi, ci legge una lettera anonima, trovata nella posta, che ha ricevuto da una persona che si firma “Un vigliacco” e che le vuole rivelare una cosa in punto di morte, pentito di non averlo fatto prima. Si torna anche al caso del misterioso testimone incontrato dall’avvocato Goracci, raccontato nel sesto servizio.

La lettera confermerebbe, come detto dal misterioso testimone, che in quel vicolo sarebbero stati sparati colpi di pistola, addirittura due, dall’interno della banca verso l’esterno. Il mittente della lettera, che sarebbe già morto, dice di non aver parlato per “paura dei poteri forti”. Difficile capire se si tratta di un mitomane (o addirittura un depistaggio) o meno, salvo la singolare coincidenza di due testimoni misteriosi che parlano di colpi di pistola.

Clicca qui e guarda il servizio del 28 novembre 2017.

9. “IO MI PROSTITUIVO AI FESTINI DI SIENA”

Nel 2018 Antonino Monteleone torna ad occuparsi del caso con una testimonianza clamorosa. Ci contatta un uomo che afferma di aver partecipato come escort ad alcune cene private con risvolti a luci rosse a base. “Festini” che si sarebbero svolti nelle campagne toscane per “intrattenere degli ospiti di alto profilo”.

Avrebbero partecipato dirigenti del Monte dei Paschi, un sacerdote, due magistrati, un politico, un giornalista e perfino un ex Ministro. L’escort, che accetta di rivelare le cose di cui è a conoscenza a condizione che gli venga garantito l’anonimato, ha paura perché c’erano “personaggi pericolosi, anche delle forze dell’ordine e legate ai servizi segreti”, poi inizia a riconoscere i partecipanti e in alcuni casi anche i suoi clienti sessuali nei “dopocena” da alcune foto che gli mostra la nostra Iena. Secondo l’escort, qualcuno potrebbe aver registrato quegli incontri.

Esiste o esisteva un meccanismo di ricatto o condizionamento subito da vari pezzi del potere pubblico e privato nella città di Siena?

Clicca qui e guarda il servizio del 25 marzo 2018.

10. LA FIGLIA DI DAVID ROSSI INCONTRA L’ESCORT DEI FESTINI
Le dichiarazioni dell’escort sono diventate un nuovo caso mediatico e giudiziario nazionale. Facciamo incontrare l’escort con Carolina Orlandi, la figlia acquisita di David Rossi. In un momento di comprensibile alta tensione emotiva l’escort ricorda i giorni della morte di Rossi (compreso il riferimento alla morte di una giovane prostituta colombiana avvenuta due giorni prima di quella di David). L’uomo sostiene di essersi convinto a parlare dopo aver visto gli appelli proprio di Carolina, nei nostri servizi, per cercare la verità.

Clicca qui e guarda il servizio del 4 aprile 2018.

11. NUOVI RISCONTRI AL RACCONTO DELL’ESCORT?
Si aggiunge una nuova testimonianza. A parlare èla moglie di una persona che, negli anni in cui David Rossi è morto, a Siena occupava un ruolo molto importante nei vertici dello Stato”. A spingerla a collaborare con l’inchiesta de Le Iene sarebbero state le parole di Piccini sui “festini”.  

“La mia vita è cambiata dal 2012 in poi perché un giorno, riponendo delle camicie in un armadio di mio marito ho trovato degli oggetti particolari di una sessualità alla ’50 sfumature grigio’. Ho trovato manette, biancheria di pelle, un frustino”, racconta la donna che collega il tutto ai festini citati da Piccini. “Lui mi disse che erano fatti suoi”. Il marito conosceva David Rossi. Potrebbe aver avuto a che fare con le indagini e dopo pochi mesi, dopo un’accesa discussione, ha cambiato incarico.

Clicca qui e guarda il servizio dell’11 aprile 2018.

Guarda qui in basso tutti i nostri undici servizi sul caso David Rossi in sequenza.

Mps, caso David Rossi: tutti i servizi de Le Iene

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