“Io, disabile prigioniera in casa: perché il sindaco non mi aiuta?” | VIDEO
Il videoappello di Sonia Reppucci, in sedia a rotelle, che ha solo un’ora d’aria al giorno, come in carcere. Una comunità la ospiterebbe ma il sindaco di Mentana, vicino Roma, non paga
Nel 1980, all’età di tre anni, è vittima di un drammatico incidente d’auto che la lascia paraplegica a vita. Seguono anni difficili, a cercare una normalità non potrà più arrivare.
“Nel 2011 ero in un monolocale, all’interno di una comunità”, racconta Sonia Reppucci, “ma meno di un anno dopo mi sono fratturata una gamba in un incidente domestico e sono rimasta ricoverata in ospedale per otto lunghissimi mesi”.
Una volta dimessa, e dopo aver sperimentato per poco una soluzione autonoma in affitto, Sonia si trasferisce in un appartamento comprato dalla famiglia. Ma la casa, invece di occasione di una rinascita, si rivela molto presto “una trappola”.
Tanta solitudine, innanzitutto, e poi barriere architettoniche che di fatto le impediscono anche solo una parvenza di autonomia, con tanto di inferriate fuori dalle finestre: “Ho bisogno di contatti umani, cose semplici come parlare con un amico, festeggiare una ricorrenza, pranzare insieme ad altre persone”.
C’è anche il rischio sicurezza: “Quest’estate mi si è allagata una stanza. Ho urlato, ma nessuno mi ha sentito fino a quando sono intervenire i Vigili del fuoco. Un paio di volte, in piena notte, uno sconosciuto ha bussato alla mia porta. Ho fatto segnalazione ai carabinieri di Mentana. Ho tanta paura”.
Al momento Sonia gode grazie al Comune di 10 ore e mezza settimanali di assistenza domiciliare, di cui 7 appunto per uscite esterne. In pratica, un’ora o poco più al giorno. Troppo poco.
Una comunità per lei ci sarebbe, e sarebbe anche pronta ad accoglierla. A mancare sono però i circa 2.000 euro che lo stesso Comune di Mentana dovrebbe aggiungere per pagare la retta mensile. L’ente pubblico rilancia e offre di ospitarla tutti i weekend: una soluzione che però la giovane rifiuta. "Vorrebbe dire vivere il sogno della socialità, e poi a fine weekend il dolore di dover ritornare nella mia solitudine", conclude Sonia.
Ora Sonia spera che questo appello a Le Iene possa muovere l’amministrazione a stanziare la cifra necessaria. E a farla tornare, dopo anni, a vivere.