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Il ragazzo da 200 milioni di clic: “Cina, sesso e acqua calda” | VIDEO

La nostra video intervista, appena arrivato a Milano, a Carlo Dragonetti, il ragazzo italiano che con il suo discorso di laurea è diventato un fenomeno in Cina e sui social. Che da Le Iene accetta qualsiasi domanda, proprio qualsiasi

La proverbiale scoperta dell’acqua l’ha reso famoso in tutto il mondo. E, in effetti, Carlo Dragonetti due giorni fa ha parlato letteralmente dell’“acqua calda”, ovvero del rimedio panacea usato dai cinesi, conquistando nel suo discorso finale all’università oltre 200 milioni di visualizzazioni su Internet. Così si è portato a casa, dopo 4 anni, una laurea alla Normale della Cina orientale in Lingue e l’affetto di tutto il Paese, diventando pure un fenomeno social e non solo.

È appena tornato in Italia per una settimana di pausa e noi de Le Iene lo abbiamo incontrato per primi. Dopo 12 ore di viaggio Pechino-Milano, andrà poi nella sua Puglia. Carlo, appena 24enne, gioca sull’ironia. Prima dell’intervista video che potete vedere qui sopra, ci chiede se lo preferiamo nella posa ingessata da Lilli Gruber o se può stare un po’ più sciolto, fino a togliersi le ciabatte.

Nelle ultime 48 ore è stato sulle bocche (e i social) di duecento milioni di persone in tutto il mondo: “Non immaginavo potesse interessare a così tante persone il mio saluto di laurea. Già subito dopo le prime parole la gente ha iniziato a ridere di qualsiasi cosa dicessi”.

“Voglio fare un saluto caloroso ai miei genitori, sono arrivati fin qui dalla lontana Italia”, ha esordito in cinese dal palco della sua università davanti a 8 mila persone a Shanghai. “A onor del vero, devo ammettere che loro non parlano una sola parola di cinese, quindi mi chiedo ‘Che saranno mai venuti a fare?’”.

Poi il suo discorso ha preso una piega decisamente inaspettata. Ha raccontato con ironia gli utilizzi quotidiani dell’acqua calda. “In questi anni per qualsiasi problema i miei amici cinesi mi hanno consigliato di bere l’acqua calda”, spiega. “Hai mal di pancia? Bevi acqua calda. Hai la febbre? Bevi acqua calda”. Anche se può avere qualche contro indicazione. “Certo, può provocare il cagotto ma sarebbe peggio se si bevesse acqua fredda”.  

La reazione della platea è stata inaspettata. Tutti hanno iniziato a ridere e il video in poco tempo è diventato virale. “Sarà perché in Cina gli stranieri che parlano il cinese sono visti come degli dei in terra”. Con l’esperienza ha anche imparato a distinguere le varie persone. “Li so distinguere in base alla loro provenienza. Il vero casino lo avrò se mai si dovesse perdere la mia fidanzata in un centro commerciale. Come farò a riconoscerla?”.

“Quel discorso me l’ero preparato”, racconta. “Mentre salivo le scale del palco mi tremavano le gambe lo stesso, mi chiedevo che cosa potessi dire a tutta quella gente”. Carlo è arrivato in Cina quattro anni fa e sa muoversi e parlare come un nativo. Oltre agli usi, costumi e cultura locale, ha imparato anche a conquistare il cuore delle ragazze del posto.

La mia arma segreta sono i baffi. È insolito trovare cinesi con barba e baffi. Ma in questi anni ne ho conquistato solo una”, dice. E non è una questione solo di baffi: “In Cina chiunque può fare la figura da Rocco Siffredi”.

Si professa monogamo, da un anno e mezzo. “Lei è italiana, di origini cinesi, ma ora vive in Cina, come tanti ragazzi che sono partiti alla ricerca delle loro origini”.

Lontano dall’Italia Carlo ha seguito a distanza le vicende italiane, politica compresa. Per chi avrebbe votato? “Stando con una ragazza cinese, avrei scelto Salvini”, risponde con la sua ironia. E la politica cinese? “Sono comunisti-capitalisti, alcuni vanno in giro con Ferrari e Lamborghini. Questo aspetto non ci fa vedere i lati oscuri del regime. Anche se a volte la censura si percepisce”.

Nessuna ironia invece ma grande rispetto verso la cultura del posto: “I cinesi si impegnano molto più degli italiani, che invece sono soliti lamentarsi”. Nel suo discorso di laurea ha voluto lanciare anche un messaggio di speranza per chi ha un sogno: “Sono arrivato in Cina che non sapevo una parola, guardavo i libri e mi dicevo ‘ma questi non potevano usare delle lettere al posto di tutti questi disegni’. Poi con determinazione sono andato avanti: quando intraprendete una nuova sfida non smettete mai di lottare per i vostri obiettivi”.

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