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Don Barone: sagrestia a luci rosse, sesso sul divanetto

Una vittima di appena 18 anni racconta in procura gli abusi subìti dal sacerdote

Sesso orale e altro, senza mai arrivare a un rapporto completo. E' quanto si sarebbe consumato nella sagrestia a luci rosse di don Michele Barone. I nuovi dettagli emergono dall'interrogatorio di una vittima del prete-esorcista finito in carcere con l'accusa di maltrattamenti, lesioni e violenze compiute durante gli esorcismi in un caso ai danni di una 13enne affetta da un disturbo di conversione.

Nuovi particolari si aggiungono alla vicenda dopo il coinvolgimento di Luciano Moggi come persona informata sui fatti e l'accusa a tre ispettori di aver chiuso un occhio davanti a una denuncia a suo carico.

“Mi baciava, denudandomi. Poi si denudava anche lui” inizia così la testimonianza di una diciottenne sentita dalla Squadra Mobile di Caserta nel procedimento a carico del sacerdote di Casapesdenna.

“Disse di essersi innamorato di me, mi riempiva di regali e già da un anno diceva di voler smettere di fare il prete. E dopo due o tre mesi dovevamo avere effusioni come due fidanzati normali”. A quelle effusioni il religioso si sarebbe lasciato andare ne ‘La piccola casetta di Nazareth' a cui era assegnato nel casertano. Capitava che qualcuno interrompesse il rapporto tra i due, lui dall'altra parte della porta avrebbe risposto “di essere impegnato in una confessione”.

Se invece il sacerdote non riusciva a vedersi con la sua vittima “mi chiamava al telefono chiedendomi di parlargli in modo da masturbarsi” emerge dai verbali. Nella relazione il prete-esorcista “diceva di voler una famiglia ed era pronto a lasciare la tonaca” conclude la testimone. “Non lo fece, allora gli dissi che lo avrei lasciato. Minacciò di suicidarsi”.

Ecco alcune testimonianze delle sue vittime raccolte da Le Iene

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