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Don Michele Barone resta in carcere. In libertà invece i genitori della piccola Giada

I magistrati continuano a indagare su esorcismi e accuse di abusi sessuali del sacerdote

Don Michele Barone resta in carcere. Così ha deciso il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, respingendo così l'istanza di scarcerazione. Il sacerdote era stato arrestato qualche settimana fa per maltrattamenti e violenza sessuale. Sono state proprio Le Iene a denunciare, grazie ai servizi di Gaetano Pecoraro, il comportamento di don Michele, che avrebbe abusato sessualmente delle donne che pretendeva di esorcizzare. Tra queste ci sarebbe anche la piccola Giada (nome di fantasia), 14enne di cui vi abbiamo raccontato la storia. I genitori della piccola, che erano finiti agli arresti domiciliari perché non avrebbero impedito i maltrattamenti e gli abusi da parte del sacerdote, sono tornati in libertà. Non si potranno comunque avvicinare alla figlia, come disposto dal gip, e hanno la patria potestà sospesa.

E' stato sentito per cinque ore, invece, per Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, che non è indagato. Oltre che per appurare le dichiarazioni di don Michele, secondo cui il vescovo sarebbe stato al corrente dei “riti di purificazione” da lui svolti, Spinillo è stato sentito anche per quanto riguarda le pressioni che avrebbe fatto alla sorella di Giada. Le avrebbe infatti suggerito di ritirare l'esposto contro don Michele, come emerge da uno dei filmati che abbiamo mandato in onda. “Io mi sono rivolta alla polizia e ho fatto un esposto contro il prete. Chiedevo l'allontanamento del sacerdote dalla mia famiglia perché la bambina rischia la vita”, ci aveva raccontato Arianna (nome di fantasia). Che ci aveva anche detto di essersi rivolta al vescovo Spinillo. In uno dei nostri servizi abbiamo andato in onda l'incontro tra Arianna e il vescovo, che le suggeriva di fare una dichiarazione contraria alla denuncia per ritrattare tutto: “Vai a fare la dichiarazione, perché lui [don Michele] vuole stare tranquillo”. Filmato che è stato messo, nella versione integrale, a disposizione per le indagini.

“Per venire incontro alle legittime domande di tanti e per chiarezza e serenità, in ordine a quanto trasmesso da Le Iene, desidero precisare che non avevo chiesto di ritirare l'esposto presentato alla polizia contro il sacerdote Michele Barone", ha sostenuto il vescovo in un comunicato stampa pochi giorni dopo lo scandalo. A fare pressioni su Arianna per ritirare l'esposto, però, non sarebbe stato solo il vescovo, ma anche il funzionario di polizia Luigi Schettino, interrogato qualche giorno fa. Infatti, secondo quanto ci aveva raccontato Arianna, il funzionario le avrebbe detto di stare “tranquilla perché Giada è in mani sicure”. Schettino, ora ai domiciliari, avrebbe spiegato che fu la ragazza a desistere dall'andare avanti con l'esposto e non fu fatta da parte sua alcuna pressione. Avrebbe però assistito ad alcune pratiche di don Michele.

Guarda qui sotto i servizio di Gaetano Pecoraro su don Michele Barone

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