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News | di Beatrice Pratellesi |

La beffa più grande: serve l'esercito italiano ma viene scartato sul lavoro perché nato in Russia | VIDEO

Vitalie Matei ha mandato la candidatura per un posto come consulente sicurezza e ha ricevuto questa risposta: "Non possiamo avere una collaborazione perché lei non è di provenienza italiana”

“Nella mia via in Italia non mi era mai capitato di ricevere una risposta così assurda”. Vitalie Matei è nato in Russia e si è trasferito in Italia con la sua famiglia quando aveva 10 anni. “Questa è la mia casa, sono fiero di essermi conquistato la mia ‘italianità’. Per chi nasce qui è scontato, ma io ho imparato la lingua e ho rigato dritto per ottenere la cittadinanza”, dice orgoglioso. Per questo, quando si vede rifiutare la sua candidatura per un posto di lavoro come “consulente sicurezza” per l'azienda Beta Elettronica per via delle sue origini, rimane “un po’ scioccato”.

 

 

 

“L’annuncio diceva che bastava la buona volontà e non serviva nessuna specializzazione particolare”. Così Vitalie, che di buona volontà ne ha da vendere e ha dei trascorsi come tecnico informatico, decide di mandare il suo curriculum. Ma la risposta lo lascia senza parole: “Non possiamo avere una collaborazione perché dal suo curriculum vedo che lei non è di provenienza italiana e per il lavoro che stiamo proponendo (che è di vendita sistemi di allarme per le abitazioni) non sarebbe produttivo né per noi né per lei”. Così il signor Ezio, che contattato telefonicamente dalla nostra redazione spiega di essere un “addetto alle vendite” della Beta Elettronica, risponde a Vitalie che “nel nostro settore abbiamo già provato con persone non di provenienza italiana e non abbiamo avuto alcun risultato: infatti questo tipo di lavoro viene accettato dalle famiglie solo se siamo italiani”. Il messaggio si conclude con un bel “P.S. Complimenti per il suo curriculum”. Che a Vitalie è parsa come la beffa finale.

 

 

“Io ho risposto che sono italiano, che ho fatto il volontario nell’esercito e che vista la situazione ero io a non essere più interessato a questa tipologia di annuncio”. Già, perché non solo Vitalie si è conquistato la sua cittadinanza, ma si è anche arruolato nell’esercito italiano: “era il mio sogno”, dice. “Ho fatto anche il servizio 'Strade Sicure’, ero in mezzo alla strada a beccare coloro che infrangevano le regole, quelli che rubavano. Insomma, dopo tutto questo, il messaggio del signore mi ha lasciato sbalordito. Quando indossavo la divisa mi alzavo tre metri da terra. Era un onore immenso. Più attaccamento al paese di fare il militare penso non ci sia”.

 

 

La risposta di Ezio non si fa attendere e ribadisce, come ha fatto quando lo abbiamo contattato per chiedere spiegazioni, che “è solo perché ne abbiamo fatto più e più volte esperienza che la cosa non funziona. Non perché lei non ne sia all’altezza, ma perché c’è di fatto un preconcetto che la gente purtroppo usa”.

 

 

“Io non so se l’azienda sa come lavora questa persona, ma dovrebbero rivedere le loro modalità di assunzione”, dice Vitalie. Così, abbiamo contattato la Beta Elettronica, dalla quale ci hanno risposto che l’azienda “non ha mai discriminato nessuno”. E ci chiedono di avere “il curriculum della persona ‘discriminata’” per provvedere “a contattarla direttamente dalla nostra sede centrale per valutarne le potenzialità”.

Noi naturalmente gireremo il curriculum di Vitalie all’azienda, ma nel frattempo magari qualcun altro sta cercando proprio un candidato come lui. Così, gli chiediamo di far finta di essere a un colloquio: “Non mi so vendere, ma so vedere molto bene", dice ridendo. "Sono una persona che ha tanta voglia di fare, ha tanta voglia di realizzarsi e di mettere radici in questo paese, perché io ho deciso di rimanere in questo paese. Perché qui è casa mia”. Gli auguriamo di non dover più subire episodi di questo tipo in quella che è a tutti gli effetti casa sua.  

La Beta Elettronica S.r.l. ci ha inoltre comunicato che il grave episodio sarebbe stato commesso, in piena autonomia, da un collaboratore esterno all’azienda. La stessa società ha tenuto a precisare che nel proprio organico sono presenti diversi lavoratori stranieri e che non ha mai commesso nessun atto discriminatorio nei confronti di alcuna persona. L’azienda ha anche riferito di aver assunto dei provvedimenti disciplinari nei confronti del proprio collaboratore e di aver invitato Vitalie Matei presso la propria sede per un colloquio formativo.

Continueremo a seguire questa vicenda, dandovi conto dei successivi sviluppi. 

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