Reati in calo, ma un omicidio su tre è un femminicidio: il nostro servizio
I dati sulla criminalità del Viminale e la storia, raccontata da Nina Palmieri, di uno dei tanti femminicidi che poteva essere evitato, quello di Anna Rosa, accoltellata a morte davanti al figlio dopo un numero infinito di denunce inascoltate
Reati ancora in calo in Italia, lo conferma il Viminale. Ma c’è un dato tra quelli diffusi dal ministero dell’Interno e relativi al periodo dall'1 agosto 2017 al 31 luglio 2018, che risulta particolarmente inquietante. Se gli omicidi diminuiscono (da 371 a 319, il 16,3% in meno), le donne sono state vittime del 37,6% dei 319 omicidi volontari e, in particolare, del 68,7% dei 134 omicidi maturati in ambito familiare/affettivo.
I crimini consumati sono stati 2.240.210, il 9,5% in meno rispetto all'anno precedente (2.453.872): da un anno all'altro diminuiscono le rapine (da 31.904 a 28.390, - 12,3%) e i furti (da 1.302.636 a 1.189.499, - 9,5%), tra gli omicidi in calo ci sono anche quelli attribuibili alla criminalità organizzata, da 48 a 30 (-9,4%). Triplicati gli arresti di mafiosi: 1.662.
Tornando agli omicidi commessi in ambito familiare/affettivo, le donne sono vittime nell'89,6% di quelli del partner, dell'85,7% di quelli dell'ex partner e nel 58,6% di quelli di un altro familiare. Calano le denunce per stalking: sono state 6.437 contro 8.732 dell'anno precedente (- 26,3%). Aumentano invece in questi casi gli ammonimenti del Questore (da 940 a 1.135, +20,7%, con un +17,9% di quelli per violenza domestica) e gli allontanamenti (da 160 a 213, +33,1%).
Proprio questo è l’ambito su ci intervenire con più urgenza per far diminuire i femminicidi, come racconta tragicamente il servizio di Nina Palmieri “Cronaca di un femminicidio annunciato” del febbraio scorso, che vi riproponiamo qui sotto.
È la storia di Anna Rosa Fontana, perseguitata a Matera per anni dal suo ex compagno. La raccontiamo assieme ai suoi familiari e a tutte le sue denunce inascoltate: prima le botte e poi lo stalking, e le nuove violenze. Finisce in coma dopo 15 coltellate nel 2005, ma ce la fa. Il suo aggressore, Paolo Chieco, viene condannato a 12 anni per tentato omicidio: tra rito abbreviato, indulto e sconti di pena si fa solo 4 mesi di carcere, poi 19 ai domiciliari davanti a casa della ex.
Da lì i suoi appostamenti e inseguimenti sono un incubo continuo. Nel 2010 le sue denunce portano a un processo: Anna Rosa testimonia come un fiume in piena. Chieco non glielo perdona: il 1° ottobre 2010 la sequestra e le mette una corda al collo, lei riesce a mandare un sms alla madre, che fa intervenire i carabinieri. Il 3 novembre viene emessa un’ordinanza contro Chieco, che deve stare ad almeno 300 metri da lei e non può contattarla in alcun modo. L’uomo continua lo stesso con la sua persecuzione.
Fino al 7 dicembre, fino alle ultime telefonate di aiuto, inascoltate, prima di essere accoltellata a morte davanti al figlio. Un femminicidio feroce, che come tanti altri si poteva e si doveva evitare, come potete vedere e rivedere dal servizio qui sotto.