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Valle dei Veleni: è ancora allarme ambientale

Da settimane il fiume Sacco e i suoi affluenti sono invasi da una preoccupante schiuma biancastra. Ve ne avevamo parlato nel 2017 con Nadia Toffa, ma nulla sembra essere migliorato. Anzi

“Ci stanno avvelenando”. È l’allarme lanciato in queste settimane dagli abitanti dei paesi lungo i quali scorre il fiume Sacco, tra i più degradati ed inquinati d’Italia. Una vicenda di cui Le Iene si erano già occupate nel novembre del 2017, quando la nostra Nadia Toffa era andata ad intervistare le famiglie dei contadini e dei residenti nella “Valle dei Veleni”, a cavallo tra le province di Roma e di Frosinone. 

In questi ultimi giorni il fenomeno della preoccupante schiuma biancastra che ha letteralmente invaso il letto del fiume Sacco ha destato più di una preoccupazione, arrivando alle orecchie dello stesso ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Osservato speciale il tratto tra Pofi, Ceccano e Castro dei Volsci, dove la presenza imponente della schiuma ha conferito all’ambiente un aspetto del tutto irreale (e decisamente preoccupante!).

È partito il tam tam allarmato di residenti e amministratori, alcuni dei quali (come il sindaco di Ceccano) hanno minacciato più volte di restituire la fascia di primo cittadino al Prefetto, nel caso in cui le istituzioni non avessero deciso di prendere di petto la situazione.

E qualcosa adesso si muove: l’Arpa del Lazio ha effettuato dei campionamenti e dei rilievi, prelevando acque e schiuma in diversi tratti del fiume e del suo affluente Alabro. Il risultato?  Concentrazioni elevate di “tensioattivi”, vale a dire composti chimici usati come detergenti ed emulsionanti nell’industria e nelle case private.

Già un anno fa, quando le telecamere de Le Iene si erano recate in quella zona, vi avevamo mostrato questo scempio, che ovviamente non poteva non avere ripercussioni concrete (in termini di salute) su lavoratori e residenti.

Una contaminazione che, ci aveva raccontato ancora Nadia Toffa, era partita nel 2005 quando era stata rilevata nella valle una sostanza altamente tossica (il beta esaclorocicloesano) che aveva di fatto  inquinato tutta la catena alimentare (imponendo l’abbattimento di centinaia di capi di bestiame e il divieto di coltivazione presso le sponde del fiume). Una contaminazione che non si era ovviamente fermata agli animali, ma che aveva colpito quasi il 50% dei residenti di quella valle (come Alberto, che Nadia Toffa aveva incontrato, e gli altri abitanti della “valle dei veleni” che avevano raccontato di terribili storie di tumori e malattie del sangue). L’epicentro di quella contaminazione, nel 2005, era stata un’azienda che produceva pesticidi a Colleferro (e che aveva sotterrato presso il fiume i fusti tossici contenenti gli scarti di produzione, e dunque anche la sostanza incriminata).

Un inquinamento mai posto completamente sotto controllo, come dimostra la recrudescenza del fenomeno-schiuma di questi ultimi giorni. E in questo certamente una grande responsabilità è anche di chi, come mostrato nel servizio di Nadia Toffa, ha continuato a coltivare nei terreni interdetti, dando da mangiare quello stesso fieno contaminato alle proprie bufale. Quelle bufale che poi finiscono, ovviamente, dritte dritte sulle nostre tavole.

Guarda qui sotto il servizio di Nadia Toffa nella "Valle dei Veleni"

 

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