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In diretta dentro un “gruppo virtuale” di foto rubate e perversioni: “Le Iene non arriveranno mai qui” | FOTO

Durante la messa in onda del servizio di Matteo Viviani sui “gruppi chiusi” dove gli utenti caricano foto rubate dai social dando sfogo a fantasie sessuali e perversioni di gruppo, abbiamo documentato in diretta le reazioni degli utenti nella “stanza” dove ci siamo infiltrati

“Oggi è il giorno del servizio de Le Iene, non fatevi prendere dal panico e non dite ‘chiudete tutto’. Primo, le regola sulla privacy di *** [nome del sito, ndr] ve le ho fatte vedere. Secondo: Le Iene fanno schifo di loro e qui non ci arrivano”.

A parlare è Tiresia, o meglio, la persona che c’è dietro questo nickname. Siamo dentro un sito che permette di creare stanze virtuali private e temporanee in cui gli utenti, oltre a chattare e commentare, possono scambiarsi file come foto e video in maniera anonima. Per accedere ci vuole una password e tutto il materiale scambiato scompare dopo 48 ore. Nessuno in questo gruppo sa che stiamo leggendo tutto e che li stiamo osservando da tempo. E a un certo punto parlano proprio di noi.

 

ASPETTANDO LE IENE

Il servizio che gli utenti stanno aspettando (e alcuni sembrano davvero preoccupati) è il secondo episodio dell’inchiesta di Matteo Viviani e Riccardo Spagnoli sui siti di “stanze chiuse” come quello in cui vi stiamo portando ora. In questi gruppi virtuali gli utenti possono caricare foto di ragazze spesso rubate dai loro profili Facebook, anche privati, e commentare, dando libero sfogo a fantasie perverse, masturbazioni di gruppo e insulti a sfondo sessuale. Nei casi più violenti, come vi abbiamo mostrato nel servizio, si può arrivare fino a fantasie di stupro collettivo.  

 

I frequentatori di questa “stanza”, allarmati dall’anticipazione che abbiamo lanciato al termine della prima puntata dell’inchiesta, si stanno chiedendo fin dove ci spingeremo, quali argomenti e siti toccheremo nello specifico e se arriveremo anche a loro. Alla fine del primo servizio, infatti, Matteo Viviani mostra a un ragazzo le foto che aveva caricato su un gruppo chiuso, con terribili commenti a sfondo sessuale, masturbazioni di gruppo e “tributi”, ovvero le foto della ragazza ricoperte di sperma e caricate nel gruppo.  

“Ma di che parlano stasera Le Iene?”. “Immagino della chiusura di 3rfc”. “Ma solo ora scoprono un sito come 3rfc? Il web è pieno”.

Il sito a cui si riferiscono, ora chiuso, era uno dei tanti attraverso cui gli utenti possono dare sfogo a questo tipo di perversioni collettive.

 

Sono convinti che non arriveremo mai nella loro stanza. Ma siamo proprio lì, a registrare in diretta le loro reazioni al nostro servizio. C’è chi cerca di tranquillizzare e chi è invece preoccupato delle ripercussioni che potrebbero subire se si arrivasse alla loro identità. “Se Le Iene dicono che sei colpevole ma non sei nemmeno indagato stai sereno”, cerca di tranquillizzare Astrea. Ma non serve: “quasi sempre al processo mediatico segue quello giuridico”, ribatte Palioxis. Ma Astraea non è preoccupato: “tant’è che chi ha usato 3rfc è qui su ***”. Ovvero: chi prima usava 3rfc ora è tranquillamente passato a questo sito. Chiudere un sito non basta, perché gli utenti migrano su un altro. E se serve lo aprono ex novo.

 

QUALI POSSONO ESSERE LE CONSEGUENZE?

“Non mi è mai stato chiaro quanto si rischia o quanto non si rischia rimanendo a guardare”, si chiede Asclepius. E parlando di chi caricava le foto su 3rfc e di chi si limitava a guardare e commentare, gli utenti si spartiscono le colpe: “Penso fosse più a rischio chi caricava le foto”, dice Tiresia. “Ma se avete messo foto sui social state tranqui”. Ma a fargli aprire gli occhi ci pensa Palioxis: “Sono proprio le foto prese dai social il problema”.

 

 Bravo Palioxis, parte del problema è proprio usare le foto delle ragazze senza il loro consenso, pubblicandole su altri siti. È un reato, si chiama violazione della privacy, che significa trattamento illecito dei dati personali. E si rischia perfino di andare in carcere. Ma non finisce qui. Chi pubblica commenti offensivi nei confronti delle protagoniste delle foto incorre anche nel reato di diffamazione. Qualora ci fosse un processo, chi ha diffamato potrebbe essere anche chiamato a risarcire il danno  morale ed esistenziale provocato alle vittime. Nei siti e nelle stanze più violente si può arrivare, come abbiamo visto nel servizio andato in onda, anche alla fantasia di stupro collettiva e qui la posizione degli utenti si aggrava. Quando nei commenti si dichiara di voler fare del male fisico o sessuale verso una specifica ragazza, si incorre nel reato di minacce.  Non tutti gli utenti di questa stanza sembrano consapevoli dei reati in cui si può incorrere, ma dal momento che si preoccupano dei loro IP e delle foto prese dai social, probabilmente sanno che, trattandosi di un reato, ci vuole prudenza.

Ma intanto, incurante della puntata e della preoccupazione degli altri per l’imminente servizio, c’è chi continua a chiedere foto di ragazze: “Ma di *** e *** [nomi di due ragazze, ndr] alle prese col cazzo non c’è niente?”. Ma Tiresia gli risponde di aspettare un po' prima di riprendere le solite attività, in attesa dell'imminente servizio de Le Iene.

 

Tiresia è però convinto che il loro sito sia al sicuro: “Sia io che Pocho siamo convinti che *** [nome del sito, ndr] non sarà toccato. La privacy di *** [nome del sito, ndr] è chiara”.

 

Ma intanto Chrysothemis si preoccupa di poter essere identificato: “L’indirizzo IP credo sia visibile”. “No, non è visibile”, risponde Tiresia. “Il massimo che possono fare è oscurare la pagina da IP italiani”, ovvero rendere inaccessibile il sito agli utenti che risultano connettersi dall’Italia, commenta Aphros, suggerendo subito modi alternativi per risultare con IP stranieri.

 

 

LE "TETTONE MINORENNI"

C’è chi invece non si preoccupa assolutamente del nostro servizio e continua a chiedere foto e materiale, ma stavolta di minorenni. “Ma chi è la tizia mega tettona 14enne di Instagram che spammate sempre?”, chiede Asterion. Ma Pocho interviene per dire a tutti di essere più prudenti: “Basta nomi e cognomi. No Instagram. No minorenni”. “A me non frega un cazzo”, ribatte Nereus.

 

 

 

 

 

 

Arriva così la perla di saggezza di Paisinoe: “Ci sono 14enni che sembrano pornostar per come vanno in giro e per le cose che fanno. Moralista o no, uno se le farebbe. Poi comprendo pienamente perché uno vorrebbe evitare che si condividano foto simili”. E un'altra perla la offre Pocho: “Chiaverei anche io le 15, 16enni ultra porche dio ****". E poi un sussulto: "Però qua sopra evitiamo le minorenni, tutto qua”. E chiude così: “Se sono bone vanno chiavate, ma evitiamo di postarle per non avere problemi”.

 

UNA NUOVA STANZA...

Ma la voglia di creare una nuova “stanza”, forse dove le regole sono meno “rigide”, si è ormai fatta largo tra gli utenti, così Phorcys lancia una proposta: “Se facessimo una stanza a tempo apposta? Tipo mettiamo quello che vogliamo in questa stanza e poi l’owner [proprietario, ndr] elimina tutto dopo 10 minuti, o 30 o dopo un’ora”.

 

 

 

“Grande vai con la stanza a tempo. Solo mignottine golose”, incita Kruger. Ma Pocho interviene di nuovo: “Nelle altre stanze fate il cazzo che volete, ma per 48 ore ricordate che ci sono i vostri IP”. Già, perché in questo sito il materiale e gli IP restano per 48 ore e poi scompaiono.

 

LE IENE SONO IN DIRETTA

“Sta andando in onda il servizio de Le Iene”, avverte Triskell in diretta. “Raga Le Iene faranno cadere ogni cazzo di sito secondo me”, commenta LightYagami, mentre Poros impreca: “Dio ***, devono morire”.

“Sì, ci masturbiamo insieme ahahah”, commenta Hippocampi. E tutti ironizzano e scherzano, ma non sanno che i riflettori sono puntati proprio su di loro: “Che palle la psicologa. Famminicidiooo”, incita Tiresia. “Ragazzi domani tutti dalla psicologa”, scherza Rhea. Mica tanto, poi.

 

 

E se dovessero esserci problemi per i frequentatori di questa stanza, niente paura, spiega Tiresia: “La pass la cambierò, ma temo sarà comunque tardi. Se succede qualche cosa che vengono a romperci si cambia stanza”.

 

C’è chi prende le distanze da quello che stiamo mandando in onda: “Sti qua sono malati eh”, commenta Pocho, lo stesso che in qualche conversazione precedente aveva scritto “Chiaverei anche io le 15, 16enni ultra porche dio ***”. E mentre tutti si indignano per i commenti che stiamo mandando in onda, c’è chi interviene per far aprire gli occhi anche a questi utenti, che sostengono di essere diversi.  “Pubblichiamo tutto il giorno sputtanamenti e adesso fate i paladini della giustizia? Daje, svegliateve va”, dice Mophars.

 

 

Guarda qui sotto l'ultima e la prima puntata dell'inchiesta di Matteo Viviani  e Riccardo Spagnoli.

 

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