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I rischi per le cavie umane. Dal caso Volkswagen ai volontari in Svizzera

Con Luigi Pelazza ci eravamo finti interessati a guadagnare qualcosa come cavie volontarie

La Volkswagen annuncia la sospensione di Thomas Steg dall'incarico di responsabile per la sostenibilità e le relazioni esterne. La decisione del brand automobilistico tedesco arriva dopo le polemiche scatenate da un'inchiesta del New York Times. Il caso è scoppiato inizialmente su alcuni esperimenti condotti nel 2014 su dieci scimmie che sono state sottoposte per quattro ore a respirare aria inquinata da gas di scarico diesel. Ma gli esperimenti, in cui sarebbe coinvolta non solo Volkswagen, ma anche Daimler e Bmw, non si sarebbero limitati ad animali. Infatti, secondo quanto riportato dalla stampa tedesca, tra il 2013 e il 2014 in Germania sarebbero stati effettuati esperimenti su 25 cavie umane sane, esposti a inalazioni di una forma tossica di ossido di azoto, solitamente presente negli scarichi diesel. La Volkswagen si è scusata e ha definito i test una “procedura nauseabonda”.

Con la nostra Iena Luigi Pelazza, nel 2010, ci siamo occupati di cavie umane e sperimentazioni farmacologiche in Svizzera, dove siamo andati fingendoci interessati a guadagnare qualcosa come volontari. Qui, infatti, le cavie umane ricevono un compenso. Fino a 1400 euro per otto giorni di sperimentazione con rischi minimi, come ci hanno detto i reclutatori incontrati. Tutto legale e fondamentale per l'approvazione di nuovi farmaci. Tuttavia alcuni ricercatori farmaceutici con cui ci siamo consultati avevano sollevato diversi dubbi. “È rischiosissimo”, ci avevano risposto, “non mi sottoporrei mai a una sperimentazione farmacologica, soprattutto nella fase uno”.

Guarda qui sotto il servizio di Luigi Pelazza

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