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“Perché non mandano me a insegnare a Pantelleria se gli altri non ci vogliono andare?”

La richiesta di Emanuela, che insegna alle elementari a Milano da tanti anni, è semplice e aiuterebbe i bambini di Pantelleria

Sono una docente che adora insegnare e lavorare. Mi sono ritrovata in vacanza a Pantelleria anni fa e mi sono “innamorata” di questa terra al punto da cercare anche casa. Sono sposata e senza figli e mio marito ha un’attività in proprio, per cui ho pensato di chiedere il trasferimento a Pantelleria e avere la possibilità di cambiare vita”.

Così ha scritto Emanuela al Prefetto di Trapani, raccontando di un desiderio che persegue ormai da anni: poter insegnare a Pantelleria. Un sogno che non riguarda solo lei, ma anche i bambini della scuola primaria dell’isola, per cui avere insegnanti di ruolo significherebbe finalmente un po’ di stabilità e continuità nelle lezioni.

Emanuela ha 54 anni: “Se non mi trasferisco ora da Milano, dove vivo e insegno, a Pantelleria, quando lo faccio?”, ci dice quando la contattiamo al telefono. Ma il sogno di cambiare vita sembra pieno di ostacoli, come ha scritto nella lettera al Prefetto: “nonostante i miei anni di carriera e le mie esperienze lavorative, che mi hanno permesso di avere il punteggio alto, e nonostante ci siano posti disponibili (un posto comune, tre di sostegno, uno di lingua) NON HO MAI OTTENUTO il trasferimento né mi è possibile chiedere l'assegnazione provvisoria perché non ho parenti sull’isola né priorità”.

Da tanti anni ormai Emanuela fa domanda di trasferimento al Provveditorato di Trapani, ricevendo sempre la stessa risposta: “dicono di aver erroneamente assunto dei docenti di scuola primaria in esubero nella provincia di Trapani e quindi i soprannumerari mi precedono sempre, anche se con un punteggio inferiore”. “Per carità, è previsto dalla normativa”, aggiunge Emanuela. “Ma io ci ho parlato con gli insegnanti assegnati d’ufficio a Pantelleria: loro non ci vogliono andare”. Quindi, ci spiega, “vengono trasferiti in altre scuole, ma la cattedra di fatto resta assegnata a loro. Così, per un anno, non possono essere presi altri insegnanti di ruolo per quella cattedra. L’unica soluzione è coprire il posto con dei supplenti”.

Così, i bambini si trovano a passare l’anno scolastico cambiando una supplente dopo l’altra, con tutti i ritardi che questo comporta nell’insegnamento. “Chi ci va di mezzo sono i bambini”, spiega Emanuela. La domanda che lei, insegnante dal 1986, fa al Prefetto è semplice: “Dovrà essere tenuto in considerazione il fatto che alcuni docenti non vogliono insegnare a Pantelleria ed altri non vedono l’ora di poter svolgere questo lavoro lì? La mia presenza non risolverà tutti i problemi, ma credo che lavorare con piacere sia molto importante per tutti e soprattutto per i bambini che dovrebbero avere la stessa opportunità e continuità educativa a Milano come a Pantelleria, non Le pare?”.

Il problema dell’istruzione nelle isole non riguarda solo Pantelleria. Nella puntata di domenica vi abbiamo parlato di Alicudi, l’isola delle Eolie dove abitano i tre bambini felici incontrati da Nina. Ma anche qui la scuola arranca, tra maestre di ruolo che non vogliono lavorare sull’isola e supplenti che si susseguono durante l’anno scolastico.

Non si può trovare una soluzione che renda felici tutti? Emanuela, che sogna di cambiare vita, ma anche, e soprattutto, i bambini di Pantelleria, che su quei banchi dovranno passare anni fondamentali per il loro futuro.  

Perché, come ribadisce Emanuela al telefono: “è evidente che mandare gli insegnanti soprannumerari nelle isole vicino Trapani, dove non vogliono andare, non risolve nulla. E una norma che non è efficace e non soddisfa nessuno andrebbe cambiata”.

 

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