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La commissione parlamentare: “C'è un legame tra uranio impoverito e tumori”

Presentata la relazione finale. Sotto accusa un Poligono in Sardegna e le missioni all'estero

Una denuncia: “E' arrivato il momento di dire che l'uranio impoverito fa ammalare e morire”. E un auspicio: “Mai più militari morti e ammalati senza sapere perché, mai più una ‘penisola interdetta'”.

Si muove tra questi due punti cruciali la relazione finale dalla commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, presentata oggi, contro il «negazionismo» della Difesa italiana. La relazione è stata approvata con 10 voti favorevoli e due contrari (Elio Vito di Forza Italia e Mauro Pili del Gruppo misto). Lo Stato maggiore ha reagito subito parlando di “accuse inaccettabili”.

Il simbolo è «la Penisola Delta del Poligono di Capo Teulada, in Sardegna, utilizzata da oltre 50 anni come zona di arrivo dei colpi e permanentemente interdetta al movimento di persone e mezzi».

In totale sarebbero 1.101 soldati italiani morti o malati, solo nella Marina, per colpa delle radiazioni emesse dalle armi contenenti uranio impoverito.

Il nodo fondamentale è che è la prima volta che un organismo politico riconosce l'esistenza di un nesso di causa effetto tra uso di armi con uranio impoverito e tumori nei soldati. La commissione denuncia anche un'inadeguata gestione della sicurezza, in particolare nelle missioni all'estero.

Guarda i servizi che avevamo dedicato al tema, con la nostre Iene Luigi Pelazza e Gaetano Pecoraro.

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