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Le vignette censurate dal Parlamento europeo | VIDEO

Le Iene decidono di pubblicare le vignette in segno di protesta. Abbiamo intervistato Uri Fink, il vignettista israeliano che denuncia le violazioni dei diritti umani in Iran

Uri Fink è sorridente, indossa una maglietta di Batman, e risponde alle nostre domande in collegamento dal suo studio di Tel Aviv. Il Parlamento europeo ha da poco comunicato che la mostra di vignette satiriche dell'Israeli Cartoon Project, di cui Uri fa parte, è stata cancellata. "E' la politica!", ci dice il vignettista. O meglio, la geopolitica, come alcuni sospettano. Per il Parlamento europeo, invece, la mostra è stata cancellata perché ritenuta "offensiva" e può "ledere la dignità del Parlamento". E così è arrivato il no, nonostante l'autorizzazione per la mostra fosse stata richiesta da quattro parlamentari dei più grandi gruppi politici (Conservatori e riformisti, Popolari, Socialisti e democratici, Democratici e liberali). Che, infuriati, hanno risposto con un comunicato stampa: "la libertà di espressione è un diritto fondamentale, che dovrebbe essere rispettato". E denunciano una vera e propria "censura", motivata dalla "passività" del Parlamento europeo nei confronti "della violenza e dell'aggressività del regime iraniano nei confronti del suo popolo e dei vicini".

Le ragioni geopolitiche potrebbero effettivamente nascondersi dietro la decisione di vietare l'esibizione delle vignette. Proprio in questi giorni i rapporti fra Israele e Iran sono all'apice della tensione. Il premier Netanyahu ha mostrato un pezzo di drone che Israele avrebbe abbattuto nel suo spazio aereo e ha indicato nel ministro degli Esteri iraniano il mittente. Che a stretto giro ha risposto: "E' una vignetta", negando così la provenienza iraniana. Ma proprio per difendere la libertà di espressione, che dovrebbe trovare una casa sicura nel Parlamento europeo, noi de Le Iene abbiamo deciso di pubblicare in esclusiva alcune delle vignette censurate. Che potete vedere qui sotto.

Le vignette censurate dal Parlamento europeo

 
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"Vogliamo mandare il nostro messaggio di solidarietà al popolo iraniano. Vogliamo mostrare quello che fa il regime contro la comunità LGBT, contro le donne, e contro i nostri vicini in Medio Oriente", ci spiega Uri Fink. "Sono deluso, avrei preferito che la mostra si tenesse al Parlamento europeo, la casa della democrazia. Ma la faremo comunque a pochi passi da lì". E infatti la mostra è prevista per domani, mercoledì 21 febbraio, per un solo giorno, scortati dalla polizia e alla presenza di Yair Lapid, parlamentare israeliana fra i papabili a diventare premier dopo Netanyahu. "Abbiamo lavorato le vignette, abbiamo fatto di tutto per renderle il meno offensive possibili", ci spiega Uri. "Penso che l'unica regola alla base della satira sia di non essere troppo offensivi. Devi essere un pochino offensivo. Ma quando diventi troppo offensivo, l'offensività prende il sopravvento sul messaggio che vuoi far passare, e il risultato è una cattiva vignetta. E' anche molto importante pensare a dove sarà pubblicata la tua vignetta. Non puoi fare la stessa cosa in una rivista per famiglie e in Charlie Hebdo, che è per vignette cattive e sporche".

Già, Charlie Hebdo. La mente va a quel terribile attentato terroristico di tre anni fa, dove vennero uccise dodici persone. Perché le vignette fanno tanta paura? " C'è un detto che dice: 'un'immagine vale mille parole'. E una vignetta vale mille immagini. E' molto potente. E oggi, con la tecnologia, le vignette hanno il veicolo perfetto. Perché la vignetta è molto immediata, la puoi semplicemente vedere sul cellulare. Si diffonde in un attimo grazie a WhatsApp e Facebook". Dei vignettisti israeliani che fanno satira per denunciare le violazioni di diritti umani in Iran. Non avete paura? "Non vedo il punto di avere paura. In Israele siamo abituati ai problemi di sicurezza. Qui le persone sono più preoccupate del politicamente corretto che non dei terroristi". Abbiamo deciso di pubblicare le vignette sul nostro sito in difesa della libertà di espressione. "Ne sono felice. Le vignette non sono fatte per essere ritirate, le vignette sono fatte per essere pubblicate". In bocca al lupo per la mostra. Che purtroppo verrà fatta fuori dalla "casa della democrazia". Almeno questa volta.

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