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“Mario son sodo”: si aggrava la posizione dei due imputati

Lo avevamo conosciuto grazie ad Andrea Agresti, che ci aveva raccontato una storia di sfruttamento ai suoi danni. Ora il Tribunale ha deciso che non fu semplice circonvenzione d’incapace, ma vera e propria estorsione aggravata.  

 

Il gatto e la volpe alla fine pagano, per il male che hanno fatto a Pinocchio. Non nella fiaba, ma nella realtà. Non fu semplice circonvenzione d’incapace, ai danni di “Mario son sodo”, ma una vera e propria estorsione aggravata.

Stiamo parlando della vergognosa e al tempo stessa tenera vicenda di Mario Barsotti, il famosissimo “Mario son sodo” che la iena Andrea Agresti vi aveva fatto conoscere nel 2013.

Una storia di solitudine e di sfruttamento da parte di due aguzzini. Era il 2013 quando la squadra Mobile di Lucca aveva fermato due persone per essersi intascate metà della pensione di Mario, un anziano con qualche fragilità psicologica che tra l’altro andava in giro per la città a chiedere l’elemosina (che, secondo le immagini documentate dalle iene, finiva poi nelle tasche di quelli che noi avevamo battezzato, appunto, “il gatto e la volpe”).

E per un certo periodo questi due personaggi erano riusciti a vivere letteralmente sulle spalle di Mario, intascando così un bel pò di soldi.

La Corte d’Appello di Firenze ha aggravato il capo di imputazione per i due, che all’inizio era limitato alla circonvenzione di incapace ai danni di uomo tanto fragile quanto buono (e altrettanto amato e conosciuto da tutti i lucchesi, che lo avevano adottato come “mascotte” della città).

In primo grado i due responsabili erano stati condannati a 5 anni di reclusione, pena confermata poi anche nel successivo grado di giudizio. Ferdinando Fabbri, 48 anni e Monica Giulia Pieri, 56 anni, questi i loro nomi, erano già conosciuti dalle forze dell’ordine. 

Ora per i due, accanto al rafforzamento del capo di imputazione, scatta anche l’obbligo ad un risarcimento danni di ben 100mila euro. 

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