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Massacrato davanti ai figli, nuova minaccia in ospedale

Dopo il servizio della nostra Iena Nina Palmieri, dagli atti emerge un particolare inquietante. Una sfida, in clinica, davanti all'uomo che, dopo il pestaggio, da un anno e mezzo è in stato vegetativo

 

Una sfida, forse una minaccia, sicuramente un ulteriore insulto.

Dagli atti delle indagini sull’uomo massacrato davanti ai figli un anno e mezzo fa, che da allora è in stato vegetativo e la cui storia abbiamo raccontato per primi con la nostra Iena Nina Palmieri, emerge un nuovo particolare inquietante.

La storia: l’uomo, che chiameremo Iasen (il nome è di fantasia), 40 anni, dell’Est Europa, sposato e con 4 figli, sarebbe stato pestato a sangue davanti agli occhi dei figli, che assistevano terrorizzati alla scena dal balcone, dai vicini di casa, tre fratelli, anche loro dell’Est, per una banale lite di condominio.

Dopo la chiusura delle indagini, di cui vi avevamo dato notizia il 1° febbraio, emerge che in ottobre un’altra paziente avrebbe visto “un signore che si dirigeva nella camera dell’uomo”. La paziente si è avvicinata e lo avrebbe visto accanto al letto di Iasen. Sorrideva e gli avrebbe scattato una foto.

La moglie di Iasen ha mostrato alcune foto alla testimone, che ha riconosciuto un uomo. Potrebbe essere un amico degli aggressori. Il vicino di letto di Iasen ha aggiunto che avrebbe visto più volte un’altra persona, con la testa rasata, accanto al letto dell’uomo nei momenti in cui restava solo.

Il tutto è riferito ai carabinieri da una raccomandata della clinica dove si trova Iasen. La moglie ha denunciato evidenti problemi di sicurezza. Per ora non è stato fatto nulla, né si è indagato sull’episodio, come chiederà invece di fare in aula il difensore di Iasen, l’avvocato Mattia Alfano.

Alfano è arrivato dopo che, per la rinuncia del precedente difensore, la famiglia era rimasta a lungo sola. Dopo una vicenda agghiacciante: un giorno, un anno e mezzo fa, dopo molte liti per il frastuono che arrivava alla famiglia dal piano di sotto, l’uomo era sceso per chiedere di fermare il troppo rumore che veniva da una festa in cortile. Si è scatenato un diverbio e subito dopo è partito un pestaggio sistematico con pistole elettriche, mazze, forbici, mattoni che ha ridotto l’uomo in fin di vita. Questo è quello che ci hanno raccontato i figli, minorenni, che hanno assistito al tutto dal balcone, al primo piano, e che non sono mai stati sentiti dagli inquirenti.

La difesa chiederà anche la loro testimonianza, visto che il capo di imputazione per i tre fratelli è “tentato omicidio davanti ai figli minori”, durante l’udienza per il probabile rinvio a giudizio attesa entro una decina di giorni. Che vi racconteremo, come ogni altra novità che potrebbe emergere da questa storia terribile.

Mentre Iasen è ancora in coma, in ospedale, e i suoi presunti aggressori sono ancora a piede libero, con il comprensibile terrore per al famiglia quando li incrociano, come è già successo.

Guarda il servizio di Nina Palmieri del 3 dicembre 2017, che racconta tutta la storia (alcune immagini e situazioni sono particolarmente cruente e drammatiche e possono ferire la sensibilità).

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