Minimoto: muore a 9 anni. Il servizio de Le Iene
Un bambino di 9 anni è morto dopo la caduta dalla minimoto senza casco. Noi de Le Iene siamo stati su un circuito con i “baby fast and furious”, tra adrenalina e rischi
È morto il bambino di 9 anni caduto senza casco dalla sua minimoto a Martina Franca nel Tarantino. Per lui e la sua famiglia un normale pomeriggio di divertimento si è trasformato in tragedia. Lui e il cuginetto, suo coetaneo, stavano giocando in contrada Pezze Mammarelle. Erano in sella a due Enduro di 80 Cc di cilindrata. Due minimoto pensate per le loro età.
Nella zona tra Taranto e Brindisi però qualcosa è andato storto. Secondo la prima ricostruzione, i due perdono il controllo delle due ruote. Si schiantano a tutta velocità contro un muretto, l’impatto è violentissimo. Li ritroveranno i genitori che preoccupati non li vedono rientrare a casa. Per uno di loro non c’è nulla da fare perché senza casco. L’altro cugino invece viene trasportato in codice rosso all’ospedale Perrino di Brindisi.
Quella delle minimoto è una vera e propria passione di tanti bambini di 8 anni che sfrecciano a 100 all'ora in sella sui circuiti: ma come fanno? E soprattutto come fa un genitore a spingere un figlio a queste velocità col rischio che si faccia davvero male.
Anche il nostro Daniele Bellocchio si è posto le stesse domande. Una risposta l’ha trovata assistendo a prove e gare con mini piloti dei veri e propri fast and furious. Inizialmente per i piccoli è vera passione e sport a tutti gli effetti, poi iniziano a collezionare i primi risultati e arrivano le pressioni dei più grandi. Perché alla fine sono mamme e papà a pigiare sull’acceleratore della competizione di ognuno di loro come testimoniano i piccoli piloti. “Sono scesa dalla moto, quando è salito lui” racconta la mamma di Andrea. “Il suo impegno piena quel vuoto che ha lasciato a me”.
Sfoglia nella gallery qui sotto le foto del servizio di Daniele Bellocchio.
Iniziano le gare e già dopo il primo giro il primo bambino è a terra. Tutti gli altri vanno avanti e il papà del piccolo si sbraccia per attirare l’attenzione di suo figlio. L’unica rassicurazione arriva da un messaggio all’altoparlante “è tornato a camminare sulle sue gambe, quindi non è stato per fortuna un grave infortunio”. Più tardi avviciniamo il papà che ci spiega il motivo di tutta quella agitazione quando il suo bambino era sull’asfalto. “Gli stavo urlando di recuperare la motocicletta e continuare a gareggiare”.
Le moto sono assordanti, i sorpassi continui e spericolati, la tensione alle stelle. A bordo pista i genitori fanno il tifo per i più piccoli. Chi arriva al traguardo viene festeggiato da un bagno di folla e chi invece perde si ritrova da solo senza che nessuno lo consola. “Non ci ho creduto fino alla fine e poi il motore...”, dice in lacrime il piccolo Angelus. “Papà mi ha sgridato dicendo che dovevo andare un po’ più forte”. Intanto Leonardo ci racconta la sfida con il suo rivale. “Ero secondo e lo volevo buttare per terra. Gli ho toccato la gomma in curva e si stava per capottare. In rettilineo ho aperto il gas e l’ho superato vincendo. E il mio papà mi dice ‘O passi, o passi cattivo’”.
“I rischi in questo sport sono tantissimi” continua il piccolo nella piena consapevolezza dei rischi. “Può essere che scivoli, rimani appeso alla moto, passa uno e ti acciacca. Oppure la moto non ti frena più, poco più avanti c’è un muro e pum”. Lo stesso destino capitato a quel bambino di 9 anni che ora non c’è più.
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