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Morte di Giuseppe Uva, chieste condanne fino a 13 anni per carabinieri e poliziotti

Secondo il pg fu lo stato di stress, causato dalle “condotte illecite degli imputati” a portare alla morte Giuseppe Uva

Il pg di Milano Massimo Gaballo ha chiesto la condanna a 13 anni per due carabinieri e a 10 anni per 6 agenti, imputati nel processo sulla morte di Giuseppe Uva. L’operaio 43enne di Varese è morto nel giugno 2008 dopo un fermo da parte dei carabinieri di Varese. Con Mauro Casciari, nel 2016, pochi giorni dopo l’assoluzione di carabinieri e poliziotti in primo grado, avevamo ripercorso la vicenda di Uva, già trattata in numerosi nostri servizi, parlando con la sorella di Giuseppe, Lucia.

L’accusa è di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato. Secondo Gaballo furono le “condotte illecite degli imputati” a causare lo stress che portò all’aritmia e poi la morte. Stress provocato dalla “costrizione fisica” cui fu sottoposto quella notte, insieme alle “lievissime lesioni riscontrate sul suo corpo”. Il 23 maggio prossimo riprenderà il processo.

Una vicenda che dura ormai da dieci anni e che è nata per delle transenne che Uva, la notte del 14 giugno, cercava di spostare dal centro di Varese, assieme all’amico Albero Biggiogero. Dopo essere stati portati in caserma, dove Biggiogero sostiene di aver sentito l’amico gridare mentre veniva interrogato (tanto da chiamare lui stesso il 118), i carabinieri richiederanno per Giuseppe Uva il trattamento sanitario obbligatorio all’ospedale di Circolo di Varese, dove è morto la mattina dopo.

Guarda qui sotto il servizio di Mauro Casciari sulla morte di Giuseppe Uva

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