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Resta aperto il caso della morte misteriosa del presunto medico di Provenzano

Il gip di Roma si riserva di decidere sull’opposizione all’archiviazione chiesta dalla famiglia di Attilio Manca, l’urologo morto nel 2004 per una stranissima overdose. Su questa storia abbiamo indagato anche noi de Le Iene 

Il caso della morte del presunto medico del boss Bernardo Provenzano resta aperto. Stiamo parlando dell’urologo Attilio Manca, trovato morto di overdose nella sua casa a Viterbo il 12 febbraio 2004. Il gip di Roma, che doveva pronunciarsi oggi sull’opposizione all’archiviazione presentata dai legali della famiglia Manca, si è riservato di decidere. È stata intanto depositata dai legali della famiglia Manca la relazione tecnica dell’esperto tossicologo Salvatore Giancane, che era stato intervistato da Gaetano Pecoraro nel servizio del 5 dicembre 2017 dedicato ai misteri che avvolgono la morte dell’urologo siciliano. I legali della famiglia hanno formalizzato anche la richiesta di riesumazione della salma. Nei prossimi giorni si saprà se le indagini proseguiranno o se il caso sarà archiviato.

Per i magistrati, che hanno condotto le indagini e richiesto ben tre archiviazioni, Attilio Manca è morto per overdose di eroina unita a un mix di alcool e farmaci. Ma la famiglia del medico, come abbiamo riportato nel nostro servizio che vi riproponiamo in basso, non ha mai creduto a questa versione. La madre Angelina si è appellata qualche giorno fa al gip di Roma “come magistrato, ma anche come donna e come madre, perché comprenda quello che può provare una madre nell’aver perso un figlio nel peggiore dei modi, con brutalità, violenza e malvagità, per poi vedere infangata quotidianamente la sua memoria”.

È stata un’overdose indotta. Mio figlio è morto perché è stato ammazzato”, ha raccontato la madre di Attilio a Gaetano Pecoraro. Secondo la versione della famiglia Manca, Attilio è stato il medico italiano che nell’ottobre 2003 ha curato il boss Bernardo Provenzano mentre era latitante (arrestato nel 2006 e morto nel 2016), quando si sarebbe operato alla prostata in un ospedale di Marsiglia.  “Mio figlio in una telefonata mi disse che era a Marsiglia per un intervento”, racconta la madre alla nostra Iena. Manca potrebbe aver operato Provenzano senza sapere che fosse il capo dei capi. Comunque sia, sarebbe stato un testimone scomodo di cui liberarsi.

Sfoglia qui sotto la gallery con le foto del servizio

Chi ha ucciso Attilio Manca? L'eroina o Provenzano? Le Foto

 
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A legare la morte di Manca all’operazione di Provenzano sono state anche le testimonianze di alcuni pentiti ritenuti affidabili, come quella di Giuseppe Campo: “A fine febbraio mi dissero che il medico era già stato ucciso e perciò non era più necessario il mio aiuto. Lo avevano eseguito ‘senza fare rumore’”. “Carmelo D’Amico ha detto che quello di Attilio Manca fu un omicidio”, ci ha spiegato il legale della famiglia. “Perché si era occupato delle cure a Bernardo Provenzano”. 

Secondo la testimonianza di Giuseppe Campo, della morte di Manca si erano occupati il cugino Ugo Manca, a cui appartiene l’unica impronta palmare trovata in casa del medico, il mafioso Carmelo De Pasquale e una terza persona di cui diceva di non ricordare il nome. Ugo Manca ha detto di essere stato a casa del cugino qualche mese prima, per essere curato, dichiarando però allo stesso tempo di sapere che il cugino fosse eroinomane. Perché allora sarebbe andato a farsi curare da lui?

Ci sono poi i numerosi dubbi che avvolgono la scena in cui è stato trovato morto l’urologo siciliano. Lo trovano una collega e una vicina di casa, disteso sul letto a pancia in giù con indosso la sola maglietta. Gli operatori del 118 intervenuti si accorgono anche che un testicolo era esageratamente gonfio. I buchi attraverso cui Attilio si sarebbe iniettato la droga poi sono entrambi sul braccio sinistro. Sia i familiari che i colleghi, però, sostengono che Attilio fosse un mancino puro (che si sarebbe iniettato la droga dunque nel braccio destro nel caso). Inoltre nella casa non c'erano gli strumenti usati di solito dai tossicodipendenti per farsi. “Non ho mai visto un’overdose così”, ci aveva detto l’esperto tossicologo, Salvatore Giancane.

Gaetano Pecoraro è andato anche a parlare con Rosario Pio Cattafi, condannato in Appello per mafia. Sarebbe lui, secondo il pentito D’Amico, l’uomo che si sarebbe attivato per contattare Manca per le cure a Provenzano. I legali della famiglia Manca hanno richiesto lo scorso 2 marzo che il suo nome, assieme a quello di Ugo Manca, venisse iscritto nel registro degli indagati.

Guarda qui sotto il servizio di Gaetano Pecoraro sulla morte di Attilio Manca 
 

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