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Nazista processato a 94 anni, ma Riss morirà libero

In Germania finisce sotto processo un ex Ss di 94 anni. Il boia di Fucecchio, incontrato dal nostro Alessandro Politi e condannato all’ergastolo in Italia, invece resta libero in Baviera

 

Era lì, vedeva le atrocità che le SS stavano commettendo, e dunque deve essere processato come se vi avesse partecipato direttamente, anche se a 94 anni. La giustizia tedesca ha deciso in questo caso di essere inflessibile, e fare i conti ancora una volta con la propria storia. Quella dei crimini commessi durante la seconda guerra mondiale nei campi di concentramento e di sterminio, ai danni soprattutto degli ebrei, ma non solo. In questo appunto perché dieci giorni fa, con Alessandro Politi, vi abbiamo raccontato la storia del nazista Johann Riss, condannato all’ergastolo in Italia e libero in Baviera (che vedete qui sopra).

Il 94enne che andrà a processo da giovanissimo era impiegato come SS-Sturmmann nel campo di concentramento di Stutthof, in Poloni.  E’ alla sbarra dopo oltre 70 anni di libertà assoluta.

La stessa libertà di cui ha goduto appunto fino ad oggi Johann Riss, 98 anni, ex sergente SS che il nostro Alessandro Politi ha incontrato nella sua casa in Baviera. Un uomo che è stato condannato all’ergastolo da un tribunale italiano, ma che non ha mai fatto neanche un giorno di galera. Ha partecipato allo sterminio di 174 civili innocenti, tra cui donne, bambini e disabili, rei a detta dei nazisti di avere ospitato e nascosto dei partigiani. Ma non c’era nessun partigiano in quel casale a Fucecchio, quel giorno del 1944. E così le famiglie di Tosca e Vittoria, sopravvissute a quella terribile strage, hanno pagato con la vita per colpe non commesse.

Le due donne, che hanno ancora negli occhi e nella memoria gli istanti terribili in cui Riss e i suoi uomini massacravano e davano fuoco ai civili, si sono salvate per miracolo. A nasconderle, e a strapparle dunque a quell’orribile fine, le loro madri. Tosca acquattata dentro a un albero, Vittoria nell’erba alta.

E al nostro Alessandro Politi le donne hanno consegnato le foto dei propri cari, affinché quell’uomo potesse rispondere a un’unica semplice domanda: “Cosa ti hanno fatto queste persone?

Le Iene sono riuscite a ritrovare Johann Riss nella sua casa tedesca, dove è sempre vissuto in assoluta libertà. Sì, perché le autorità tedesche in quel caso non hanno mai riconosciuto la sentenza italiana, e per loro Riss non ha dunque colpe da espiare.

L’uomo è oggi affetto da uno stato di grave demenza e vive in compagnia del figlio. Alessandro Politi ha provato a mostrargli quelle foto di civili inermi, compresa quella di un bambino di 13 mesi, ma il suo sguardo perso nel vuoto testimonia che ormai in lui non c’è più alcuna memoria di quelle atrocità. 

Ed uno degli ultimi nazisti ancora in vita è anche il 94enne che, come vi dicevamo, è oggi alla sbarra in Germania.   

Era già successo in occasione del processo al boia di Sobibor,  John Demjanjuk, che la giustizia tedesca provasse ad inchiodare militari che non avevano partecipato direttamente alle esecuzioni, ma ritenuti comunque colpevoli in quanto non avevano fatto nulla per impedirlo. Una decisione importante, anche se forse arrivata con troppi decenni di ritardo.

Si calcola che nel campo di Stutthof, liberato definitivamente il 9 maggio 1945 dai sovietici, siano transitate oltre 115mila persone. E che quasi 65mila di questi non siano mai più tornati a casa dalle proprie famiglie.

Morti atroci, documentate dai pochi sopravvissuti e dalle loro famiglie: ad alcuni bambini le SS iniettarono benzina direttamente nel cuore, mentre nelle docce venivano gasate migliaia di persone. E a controllare che tutto si svolgesse regolarmente, impegnato di guardia, il 94enne ora alla sbarra, di cui non è stato divulgato il nome.

L’uomo, che all’epoca dei fatti aveva meno di 21 anni, verrà giudicato da un Tribunale dei minori: e questo probabilmente avrà l’effetto di mitigare la pena finale.

Ma le colpe non si cancelleranno mai. Nella memoria delle vittime e dei sopravvissuti, innanzitutto, ma anche dei carnefici. Non sarà così forse per Johann Riss, ma per quei pochi Riss che sono ancora in vita in Germania e ovunque nel mondo. Liberi e rispettati dalle proprie comunità. 

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