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‘Ndrangheta, a San Luca non c'è un sindaco da 3 anni

Nel paese nel cuore della Calabria mafiosa non sono state presentate le liste elettorali per il terzo anno consecutivo

A San Luca, in Calabria, anche quest’anno non ci saranno le elezioni comunali. Nel paesino calabrese, il cui comune è stato sciolto per infiltrazione mafiosa nel 2013, non si vota ormai dal 2015, quando l’unica lista presentata non aveva raggiunto il 50% +1 necessario. Quest’anno le amministrative erano fissate al 10 giugno, ma alla scadenza delle 12 di ieri non era stata presentata nessuna lista. Resterà quindi per un altro anno il commissariamento.

Il nostro Giulio Golia era stato a San Luca lo scorso anno, proprio dopo la data di scadenza della presentazione delle liste delle elezioni previste l’11 giugno 2017, con l’obiettivo di capire il perché dei continui rinvii.

San Luca è situato nel territorio dell’Aspromonte, e quindi nel cuore della Calabria ‘ndranghetista. Il paese è stato teatro della “Faida di San Luca”, uno scontro fra famiglie durato dal 1991 al 2007 e culminato con la strage di Duisburg, in cui sei persone sono state uccise in un ristorante italiano in Germania. A San Luca tantissime persone sono imparentate fra loro, e la densità di famiglie che hanno a che fare con la ‘ndrangheta è molto alta. Il motivo delle liste non presentate sembrerebbe essere proprio questo.

A quanto raccontano gli abitanti, negli scorsi tre anni ci sono stati alcuni tentativi di formare delle liste elettorali, tutti però falliti per lo stesso motivo: chi aveva intenzione di diventare sindaco ha poi rinunciato per paura di essere denunciato per concorso esterno in associazione mafiosa. L’ultimo sindaco, Sebastiano Giorgi, è stato infatti condannato a sei anni con l’accusa di essere stato eletto con i voti della ‘ndrangheta e di aver favorito a sua volta le cosche.

Guarda qui sotto il servizio di Giulio Golia sulle elezioni a San Luca 

GOLIA: Il paesino di 'ndrangheta dove non si vota più

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