> External link Facebook Facebook Messenger Full Screen Google+ Instagram LinkedIn News mostra di più Twitter WhatsApp Close
News |

Pedofilia, papà condannato: si riapre il processo. “E ora fatemi rivedere mia figlia”| VIDEO

Pena sospesa e processo da rifare: l'intervista ad Andrea e la sua storia

“Sono quasi 7 anni che non la vedo. Ora voglio solo rivedere mia figlia”. L'uomo di 45 anni che abbiamo intervistato nel video che vedete qui sopra è un padre che è stato condannato in via definitiva per pedofilia a 7 anni e 6 mesi di carcere. Perché gli abbiamo dato voce? Perché la sua condanna ci aveva già fatto venire molti dubbi, come vi abbiamo raccontato il 7 maggio 2017 nel servizio che riproponiamo qui sotto. E ora i dubbi sono stati confermati anche dai giudici: il 9 marzo a Brescia c'è stata la prima udienza per la revisione del processo. Non solo, nell'attesa, la condanna è stata sospesa, caso molto raro nella giurisprudenza italiana.

Andrea (il nome è di fantasia e il suo volto e la sua voce sono stati resi irriconoscibili per tutelare la privacy della figlia) è potuto tornare libero in Italia. Poco prima della sentenza definitiva del 7 dicembre 2017 infatti era andato all'estero, restando latitante. “Sono innocente, io in carcere non ci vado”, dice, difendendo ancora oggi quella scelta.

Noi ci siamo rivolti, come aveva fatto anche la Iena Matteo Viviani nel servizio precedente, anche all'avvocato di parte civile, Massimo Schirò, legale della madre della bambina. Il 7 maggio scorso ci disse: “In pochi casi ho visto un materiale probatorio così massiccio e così coerente”. Questa volta ha scelto di non parlare, in polemica con Le Iene: “Non intendo rilasciare dichiarazioni a voi. C'è un processo, io non intervengo più. Ci sentiremo nel caso il 4 maggio”. Il 4 maggio è la prossima data a cui è stato aggiornato il nuovo procedimento. Quel giorno proveremo sicuramente a chiamare di nuovo l'avvocato Schirò.

Il processo partiva dalle dichiarazioni della mamma e della nonna materna della bambina che riferivano come la piccola avrebbe raccontato di abusi subiti dal papà (senza che ci fossero registrazioni di quanto detto). E su due altri elementi fondamentali, di cui avevano parlato ampiamente il 7 maggio e che sono proprio quelli su cui ha puntato la difesa.

Si tratta della perizia psichiatrica sulla bambina. “Chi l'ha effettuata è stato sanzionato da parte dell'Ordine degli psicologi regionale proprio per quella perizia ”, sostiene l'avvocato di Andrea, Cataldo Intrieri. “Nell'incidente probatorio, quando l'aveva sentita un'altra psicologa, la bambina non aveva mai accusato il padre e appariva serena e tranquilla”.

Il secondo punto riguarda la visita della pediatra di famiglia, purtroppo scomparsa nel frattempo, che non aveva mai trattato casi di abusi su minori. La dottoressa aveva notato “rigonfiamenti ai genitali” che potevano essere ricollegati ad abusi (non esistono né foto né rilievi). “Il tutto senza accertamenti che seguano le linee guida mediche”, prosegue l'avvocato Intrieri. “Anche in questo caso l'emotività ha prevalso ancora una volta sui criteri scientifici”.

“L'abuso sessuale non è assolutamente l'unica spiegazione per i rigonfiamenti notati dalla pediatra” ha detto il dottor Vittorio Vezzetti, pediatra ed ex consulente della difesa, a Matteo Viviani. Il dottor Vezzetti ne aveva parlato anche in un convegno pubblico e qui arriviamo a un altro elemento di forte dubbio, finito su molti giornali e tv.

Una dei presenti, Claudia Squassoni, ha chiesto di intervenire. Come potete vedere in video anche nel servizio che vi riproponiamo qui sotto, è la presidente del collegio dei giudici che ha condannato Andrea. “Tutto quello che ha detto il dottore è esattissimo”, ha dichiarato. “Se nei ricorsi di Cassazione fossero state fatte le eccezioni che ha fatto il dottore, naturalmente avrebbero avuto un risultato diverso”. La giudice smentisce la sentenza o critica come la difesa ha fatto ricorso? Difficile capirlo, magari poteva essere anche rimasta in minoranza in camera di consiglio e avere un'opinione diversa dalla sentenza.

Di fatto, due giudici che hanno condannato Andrea avevano condannato, sbagliando, nel 2005 un altro papà, Renato Sterio, che aveva scontato tutta la pena di oltre 3 anni prima della revisione del processo che lo dichiarò innocente.

Di fatto, la richiesta di revisione della difesa ha portato a riaprire il caso e addirittura a sospendere la pena per Andrea, che nel frattempo è tornato al suo lavoro di imprenditore. Il 4 maggio la Corte scioglierà la riserva sulla revisione del processo.

Di fatto, i dubbi del nostro primo servizio, spiegati più ampiamente qui sotto (dalla grande proprietà linguistica delle frasi della bambina riferite da mamma e nonna alle eventuali conseguenze gravi, se non letali, di quanto le sarebbe stato fatto) erano validi. E restano ora ancora di più aperti, anche in Tribunale.

Di fatto, come concludeva anche Matteo Viviani, una vittima certa c'è già: quella bambina, che ora ha 8 anni.

Guarda qui sotto il servizio del 7 maggio 2017.

Attenzione!
La visione di questo video è vietata ai minori. Accedi per verificare i tuoi dati.Ci dispiace, la tua età non ti permette di accedere alla visione di questo contenuto.

Ultime News

Vedi tutte