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Pedopornografia: arrestato uomo intervistato (e denunciato) da le Iene

Michele A., 40 anni, aveva 1.256 foto e 449 video di sesso brutale con bambini e neonati. L’abbiamo rintracciato con un servizio di Nina Palmieri e denunciato, contribuendo al suo arresto 

Lo abbiamo intervistato (e poi denunciato) nel servizio di Nina Palmieri del 3 maggio scorso “Come parla un pedofilo”, ora è stato arrestato. Michele A., 40 anni, è ai domiciliari a Roma per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Era già stato al centro di almeno due indagini. Sul suo cellulare la Polizia postale ha trovato durante una perquisizione diverse cartelle sia su WhatsApp sia su Telegram con 1.256 foto e 449 video dal contenuto pedopornografico di particolare efferatezza. Ci sono minori in giovanissima età, anche neonati, sottoposti a brutali atti sessuali. Michele non potrà comunicare anche telefonicamente con persone diverse da quelle con cui abita.

L’indagine, a cui ha contribuito in parallelo la nostra denuncia, era partita da una segnalazione di un uomo, abituale frequentatore di un sito di incontri sessuali per adulti, che, dopo essere entrato in contatto con un altro utente ed aver scambiato con quest’ultimo foto e video di natura pornografica, si era accorto di aver ricevuto anche immagini di una minore, indicata dal quarantenne come figlia della sua attuale compagna.  

La dinamica è molto simile a quanto abbiamo affrontato nel nostro servizio, che abbiamo fatto davvero fatica a raccontare ma che andava documentato e denunciato. Tutto parte da un messaggio vocale con cui Michele (non avevamo diffuso il nome al tempo: ora, dopo l’arresto, è stato divulgato) contattava il gigolò Aaron. Dice di volere che il gigolò faccia sesso con la moglie in sua presenza perché lui, in chemioterapia, non è più sessualmente attivo. Aaron accetta, "dispiaciuto per la situazione in cui si trovava l’uomo".

La storia assume però presto caratteri inquietanti: Michele racconta di aver avuto approcci sessuali anche con la figliastra, “piccolina” (meno di 14 anni), e di volere che il gigolò faccia altrettanto anche mentre fa sesso con sua moglie. Michele usa termini raccapriccianti che abbiamo deciso di non riferire.

Aaron preoccupato chiede delle foto. Arrivano immagini della mamma e pure della bambina, nuda, sdraiata sul letto. Michele parla di ragazzine “smaliziate” di 9 anni viste in palestra. La moglie ormai non viene più citata e propone al gigolò di incontrarsi per un caffè per dargli un anticipo. Dice che porterà la figliastra, così potranno “giocare un po’”.

Aaron, agghiacciato, a questo punto ci contatta: all’appuntamento ci siamo anche noi e per ora riprendiamo e basta. La bambina non c’è. Michele racconta fantasticherie orribili che sembrano pure poco coerenti. Propone pure un altro gioco schifoso, con la cuginetta della figliastra e mostra sul suo cellulare immagini e video ancora più orribili. In una “l’amico mio dei 24 centimetri” violenta una bambina. In un altro video la vittima sarebbe la figlia di questo suo amico. Continuando con video e foto di bambine di 6, 7, 8 anni. La sua vera ossessione sono le bambine che urlano mentre vengono stuprate. Nell’ultimo video che mostra ad Aaron, si vede un grasso cinquantenne che violenta una bambina piccola. “Ha cartelle piene di questi video e si eccita con quelli”, racconta il gigolò.

Uno di noi si finge gigolò. Michele vorrebbe infatti due uomini per il famoso incontro. Manda un altro messaggio vocale che vi abbiamo fatto sentire solo in parte per i dettagli raccapriccianti sadomaso a cui arriva. Molti particolari ci fanno pensare però a una storia inventata da un mitomane: le foto di moglie e figliastra sembrano scaricate da Internet, come anche i video mostrati (lui nelle immagini non compare mai). A questo punto decidiamo di incontrarlo.

Qui sotto nella gallery potete vedere le foto del servizio. ATTENZIONE: le espressioni usate e le situazioni descritte sono molto forti, pur avendo deciso noi di censurarne la gran parte, possono ferire la sensibilità e sono adatte comunque solo a un pubblico adulto.

Intervistato e denunciato da Le Iene, arrestato per pedopornografia: le foto

 
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Che sia un mitomane con fantasie pedopornografiche o un pericolosissimo predatore, si tratta di un uomo malato, che va fermato e denunciato. Nina Palmieri lo incontra in un bar. Michele si difende subito: “Non è vero niente”. Non ha un tumore, non ha una moglie né una figliastra. Racconta di aver subito abusi per 10 anni da bambino. "Mi dispiace tanto, ma questo non ti giustifica", gli dice Nina, in un duro confronto

“Io non ho mai toccato nessuno per fortuna”, sostiene l'uomo. Messo alle strette, ammette di essere consapevole del reato comunque commesso, di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, e che le bambine nei video hanno subito violenze atroci da altri. Nina lo mette davanti a una scelta: “Dovresti andare ad autodenunciarti, perché se no lo devo fare io”.

L’uomo dice di accettare di farlo, accompagnato da Nina, nella caserma dove ha già l’obbligo di firma. Ha già una denuncia per lo stesso reato. “Tutta questa storia era solo per un’eccitazione mentale”, prova ancora a difendersi. Chiama il suo avvocato e a questo punto Michele, rimasto finora apparentemente sempre freddo e lucido, crolla alla prospettiva di tornare in carcere, raccontando di avere tentato il suicidio più volte. L’idea di dover dare un’altra mazzata agli anziani genitori gli fa particolarmente male: “Non gli posso dire questa notizia… no… no…”.

Spiega la sua perversione. Lo eccita mentalmente: “Immaginare di essere io la bambina che viene abusata, come sono stato abusato da piccolo”. Anche l’incontro con l’escort, dice, non avrebbe portato a nulla, serviva solo per alimentare questa sua fantasia malata.

Alla fine non va a denunciarsi. Dispiaciuti per gli abusi che ha subito e sperando che riesca a curarsi, siamo andati a denunciarlo noi, consegnando l’intero girato del servizio. I bambini non si toccano.

Qui in basso potete vedere l’intero servizio “Come parla un pedofilo” del 3 maggio di Nina Palmieri.

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