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Pensate che Loft sia crudele? Allora non conoscete questi tre esperimenti

Asia vittima? Un po'. Pensate però a un bambino indotto ad aver paura dei suoi peluche

Mercoledì sera vi abbiamo mostrato un finto reality, Loft, dove una ragazza, Asia, veniva spinta dalle circostanze a dubitare della sua stessa identità. In tantissimi l'avete guardato e avete espresso la vostra opinione. Molti di voi se la sono presa con Asia, altri se la sono presa con Le Iene, altri ancora hanno apprezzato il servizio perché è pur sempre una foto reale di come la ricerca della fama può alterare il giudizio delle persone (qui i commenti).

Loft fa discutere perché mette in scena una ragazza a cui viene strappato il controllo sulla sua vita e che viene costretta a negare i suoi sogni. Nel bene o nel male questo ha scatenato la vostra curiosità.

Ma se pensate che non ci possa essere qualcosa di più crudele, sbagliate. Ci siamo documentati e siamo andati indietro nel tempo: esperimenti antropologici, anche più crudeli, sono stati quasi la prassi per le scienze sociali.

Volete qualche esempio? Ecco i tre più famosi, tutti americani.

1. Come si impara il terrore

Questo esperimento è stato condotto nel 1920 da John Watson. Il ricercatore voleva testare se fosse possibile insegnare ad avere paura di qualcosa. Il protagonista dell'esperimento era il piccolo Albert, un bambino di 9 mesi.

Albert veniva fatto giocare con varie cose, tra cui un topino bianco. Il primo contatto con l'animale fu tranquillo, Albert si divertiva con il topino. Ma da quel momento in poi, ogni volta che Albert giocava con il topo, Watson colpiva un tubo di ferro con un enorme martello, provocando un rumore che terrorizzava il piccolo Albert fino alle lacrime. Dopo alcune ripetizioni di questa dinamica, Albert imparò ad avere paura del topo. Ogni volta che lo vedeva, scoppiava a piangere. Non solo, aveva imparato a temere anche i peluche e altri oggetti bianchi e pelosi.

2. "Ho solo obbedito a degli ordini"

Era il 1961, Stanley Milgram voleva studiare la tendenza umana di obbedire all'autorità. Come reagiremmo se un nostro superiore ci ordinasse di fare del male a qualcuno?

Nell'esperimento c'erano tre figure chiave: allievi, insegnanti e sperimentatore. Gli insegnanti erano ignari di tutto. Lo sperimentatore e gli allievi invece erano complici. Gli insegnanti dovevano fare delle domande agli allievi e in caso di risposta errata premere un pulsante che dava loro una scossa elettrica. Gli allievi sbagliavano di proposito e fingevano che la scossa infliggesse loro le più atroci sofferenze. Gli insegnanti assistevano al dolore degli allievi e per questo desideravano interrompere l'esperimento e le scosse elettriche.

Lo sperimentatore però gli ordinava di continuare. La cosa incredibile è che molti insegnanti per non contraddire l'autorità dello sperimentatore continuarono veramente. Anche se ciò significava far soffrire un altro essere umano.

3. Guardie e ladri

Il celebre esperimento di Philip Zimbardo, condotto all'Università di Stanford nel 1971, voleva esaminare se appartenere a una precisa categoria di persone può modificare i comportamenti individuali.

Per farlo fu costruito un gioco di ruolo. 24 studenti universitari furono divisi in due gruppi, carcerati e guardie di una finta prigione. All'inizio dell'esperimento tutti gli studenti erano uguali, amici e compagni di università. Ma dopo soli due giorni si verificarono i primi episodi di violenza. I detenuti si erano barricati dentro le celle e urlavano insulti contro i poliziotti. I poliziotti allora cominciarono a intimidirli e umiliarli. Da lì in poi andò sempre peggio, le guardie divennero sadiche e violente mentre i prigionieri svilupparono evidenti segnali di stress e depressione. Zimbardo fu costretto a interrompere l'esperimento per paura che i partecipanti subissero gravi danni psicologici.

Niente a che vedere con il nostro esperimento, insomma, quanto a crudeltà e dubbi etici. Il fine al tempo era pure scientifico, anche se magari è impossibile che possano essere riproposti oggi. E, nel nostro caso, con Asia abbiamo fatto la pace e come dice nel video, che potete vedere qui sotto, siamo rimasti pure amici.

Guarda qui sotto il servizio andato in onda ieri, le analisi di Carlo Freccero e Stefano Bonaga, a cui avevamo fatto vedere in anteprima Loft, e, appunto, il saluto che ci ha mandato da Miami Asia Valente.

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