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Saguto: rimossa dalla Magistratura il giudice che faceva affari con i beni confiscati alla mafia

Il Csm ha deciso la pena più severa per l'ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, di cui avevamo parlato in un nostro servizio

Rimozione dai ranghi della magistratura. E' questa la sanzione decisa dal Consiglio superiore della Magistratura per Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo che era stata già sospesa da oltre due anni dalle funzioni e dallo stipendio. Avrebbe gestito in maniera parecchio, troppo, disinvolta i beni confiscati alla mafia con assegnazioni di incarichi a un ristretto gruppo di “fedelissimi”, ricavandone entrate improprie e ricambiando le sue persone di fiducia con soldi, regali e favori.

Tra le accuse il giudice ha dovuto rispondere di aver "usato la qualità di presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo per instaurare indebiti rapporti personali con amministratori giudiziari di compendi sequestrati dal medesimo tribunale" al fine di "conseguire vantaggi ingiusti per sé e i suoi familiari", anche per "tamponare la situazione critica in cui versava il suo nucleo familiare a fronte di un tenore di vita tutt'altro che congruo rispetto alle entrate ufficiali".

Sulla questione però non è ancora detta l'ultima parola, il provvedimento del Csm è impugnabile di fronte alle sezioni unite civili della Cassazione. La nostra Iena Matteo Viviani si è occupato più volte di inefficienze e favori indebiti nell'assegnazione di beni confiscati alla mafia.

Guarda l'ultimo servizio del 5 dicembre 2017 dedicato al tema “Il fallimento dell'antimafia” sulla famiglia Cavallotti, in cui si parla anche di Silvana Saguto.

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