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Sito ko per le troppe richieste di cannabis light. Marola: supereremo la Francia per il 2020

Dopo la messa in onda del servizio di Matteo Viviani, gli ordini di cannabis light sono quadruplicati. Il nuovo governo potrebbe chiudere il mercato?

"Il sito è andato giù, è letteralmente crollato un minuto dopo la messa in onda del vostro servizio. Da ieri sera abbiamo avuto già 500 ordini.” Una voce interrompe Luca Marola, cofondatore di EasyJoint insieme a Leonardo Bruzzini, che noi de Le Iene abbiamo raggiunto al telefono. “Anzi no, mi dicono che siamo arrivati adesso a 664 ordinazioni. A 666 bloccate tutto!” Luca Marola è euforico, e non potrebbe essere altrimenti. Il mercato della cannabis light, che lui stesso ha aiutato ad aprire, o meglio, sfondare, sta vivendo un boom. E il servizio andato in onda mercoledì 21 febbraio a Le Iene ha praticamente quadruplicato le ordinazioni. “Che poi 666 è anche la particella catastale del mio negozio in cui vendiamo cannabis light! C'è chi infatti ha detto che sono il Demonio…”, ci dice sghignazzando. “Dalla messa in onda del servizio abbiamo anche ricevuto 1000 email di persone che vogliono lavorare con noi, coltivare campi, aprire negozi... Quattro persone hanno dovuto dormire in sede per cercare di smaltire tutte le richieste. Io ho dormito tre ore e sono tornato qui alle otto di questa mattina. Ma fa parte anche dei nostri compiti cercare di smorzare i facili entusiasmi. Mi hanno fatto molto piacere infatti i commenti che ho ricevuto dagli interni del settore. Hanno detto che abbiamo usato moderazione e sincerità.”

Il 15 febbraio si è tenuta alla Camera dei deputati la conferenza stampa sulla cannabis light, dove insieme a Luca Marola e a EasyJoint c'era anche Confagricoltura. “Abbiamo detto: facciamo come con il biologico negli anni Ottanta, quando il settore era senza regole. Loro si sono autoregolamentati, prima che ci pensasse la politica. Proprio come stiamo facendo noi oggi. Il nostro obiettivo è di vigilare sui nostri iscritti, insieme a Confagricoltura nazionale, e di assegnare il bollino di qualità a chi rispetta le regole. Regole che regaleremo al prossimo governo che vorrà regolamentare il settore”. Già, il governo. Se dovesse vincere una coalizione di centro-destra, per i coltivatori e rivenditori di cannabis light potrebbero esserci dei guai. Perché lavorano sfruttando un vuoto normativo, che non regolamenta cosa si può fare con il fiore della canapa, che rappresenta il 30% del prodotto e dal quale viene prodotta la cannabis light. E che in un'ondata conservatrice potrebbe essere quindi messa al bando. “Non penso lo faranno. Ormai è troppo tardi. Vorrebbe dire mettersi contro 108 aziende agricole, cioè 108 famiglie, che sono solo quelle che lavorano per noi. Dal mese prossimo calcoliamo che in totale potremmo parlare di 700 aziende agricole che si butteranno sulla canapa. Per non parlare dei nostri 64 dipendenti che lavorano nella compravendita solo per noi, e un totale di duecento negozi sul territorio italiano. Mandiamo tutti a casa gambe all'aria? I carabinieri del Nas hanno provveduto a una campionatura dei prodotti di cannabis light in diversi negozi in giro per l'Italia, obiettando sulla destinazione d'uso e sull'etichetta. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è intervenuta, su richiesta proprio dei carabinieri, e ha archiviato la vertenza.”

Cosa consiglieresti a chi si vuole buttare nel mercato della cannabis light e della canapa più in generale? “Di avere le idee molto chiare e di costruirsi una formazione specifica. Il mercato in futuro punterà esclusivamente sui prodotti di qualità, anche perché la quantità non mancherà certamente.” Luca Marola è più che ottimista: “L'Italia supererà la Francia, che oggi detiene il primato europeo del mercato della canapa, fra due stagioni seminative.” Segnatevi la data quindi: Marola scommette sul 2020. “Torneremo ai fasti degli anni Trenta, quando l'Italia nel settore non aveva rivali. Ma a un patto: che ci siano regole certe. Il mercato può crescere solo grazie alla stabilità.” Intanto però Easyjoint continua a volare. Entro l'estate apriranno venti nuovi negozi in franchising, dopo quelli di Roma e Milano. Ma tanti altri potrebbero seguire: su 700 richieste, Marola ne ha selezionate 120 che ritiene “positive”. Vedere per credere.

Guarda qui sotto il servizio di Matteo Viviani sulla cannabis light

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