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Dopo Cucchi, Tonelli diffama anche Narducci?

Nuova accusa di diffamazione per il segretario del sindacato di polizia Sap, neoeletto in Parlamento con la Lega

“Per ogni asino che raglia finiamo alla sbarra… come per il caso di Filippo Narducci a Forlì… Narducci, consumatore di cocaina e alcol, patente di guida ritirata perché colto in stato di ebrezza, ha accusato tre poliziotti di avergli dato un pugno di inaudita violenza durante un controllo 7 anni fa”. A fare queste dichiarazioni sul quotidiano “Il Giornale” nel febbraio 2017 è il segretario del sindacato di polizia Sap e neoeletto in parlamento con la Lega, Gianni Tonelli.

Per questa e altre dichiarazioni è stata depositata la settimana scorsa una richiesta di rinvio a giudizio dal tribunale di Milano per diffamazione nei confronti di Filippo Narducci, l’impiegato che nel 2010, fermato dalla polizia in una stazione di benzina a Cesena, sarebbe stato colpito dai poliziotti dopo un diverbio

In precedenza Narducci, che era stato accusato dai poliziotti di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, è stato assolto. Mentre gli agenti sono stati condannati a 4 mesi per lesioni. Ora andranno a processo, con inizio il 25 maggio, anche per  falso, calunnia, falsa testimonianza e sequestro di persona. 

E non è la prima volta che Gianni Tonelli è coinvolto in una vicenda di questo genere. Qualche mese fa è stato condannato a pagare una multa di 500 euro per diffamazione nei confronti della sorella e dei genitori di Stefano Cucchi, morto nel 2009 nel reparto detentivo dell’ospedale Pertini di Roma.

Nel febbraio 2017, Matteo Viviani era andato proprio da Gianni Tonelli per chiedergli di commentare con noi il video delle telecamere dell’area di servizio che hanno ripreso la dinamica tra i poliziotti e Narducci. Anche in quell’occasione, Tonelli aveva difeso a spada tratta il comportamento dei poliziotti.

“Narducci (…) dice sempre che la storia dei poliziotti gli ha rovinato la vita. A noi sembra che se la stia rovinando da solo”, così ha dichiarato a “Il Corriere di Romagna/Ceseba” nel febbraio 2017. È apparso anche un suo post su Facebook: “Un Paese che va a rovescio. Se non ci fossero state le foto i miei colleghi erano inguaiati come nel caso Narducci a Forlì. La parola di un delinquente vale più di quella dei poliziotti… Povera brava gente”. L’udienza preliminare per il reato di diffamazione è prevista per il 7 novembre 2018. Vi terremo, naturalmente, aggiornati.

Guarda qui sotto il servizio di Matteo Viviani su Filippo Narducci

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