Amatrice, 2 anni dopo: la (mancata) ricostruzione e la storia di Bruno
Il 24 agosto 2016 un terremoto di 6.0 gradi devastava il centro Italia. Dopo due anni è stata ricostruita meno di una casa su 10 e ancora 3 mila persone vivono in hotel. Con Giulio Golia avevamo visitato quelle zone un mese dopo la tragedia
Sono passati due anni dalla notte del 24 agosto 2016, quando il centro Italia è stato colpito da un terremoto di magnitudo 6.0 che ha devastato Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto.
A due anni dalla tragedia, la rinascita e ricostruzione di quelle zone, per cui sono stati stanziati 250 milioni, è ancora troppo lenta. Nemmeno una casa su dieci di quelle crollate è stata ricostruita, mentre fino ad aprile scorso le persone ospitate a spese dello Stato negli hotel erano quasi 3 mila. In particolare ad Amatrice sono state presentate 325 domande di ricostruzione di privati cittadini. 124 cantieri sono stati avviati, ma nessuno è chiuso.
Noi, con Giulio Golia, siamo andati in quelle zone un mese dopo quella terribile notte. Abbiamo accompagnato a Preta, a 4 chilometri da Amatrice, Bruno, 74enne che si è salvato dal terremoto scappando immediatamente a Roma. “Non so cosa troveremo là”, ci ha detto Bruno, che non era ancora tornato a vedere la sua casa e il suo paese.
Con lui e la sua famiglia, siamo andati anche ad Amatrice, il cui corso centrale era ormai un cumulo di macerie, con l’orologio del campanile rimasto fermo a quelle fatidiche 3.36, quando la scossa ha devastato la zona.
Guarda qui sotto il servizio di Giulio Golia “Ritorno ad Amatrice”.