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Università di Tor Vergata: il concorso andava pubblicizzato

Anche Le Iene si erano interessate del ricorso al Tar di due ricercatori nei confronti del rettore Giuseppe Novelli

“La funzione delle norme è quella di rendere edotti dell’esistenza della procedura anche soggetti diversi da quelli individuati autonomamente dagli organi universitari, al fine di accordare loro una chance di partecipazione”. Lo dice il Consiglio di Stato a proposito dei concorsi di assunzione all’Università di Roma di Tor Vergata, dopo il ricorso presentato nei confronti del rettore Giuseppe Novelli che dovrà rispondere anche di tentata concussione e istigazione alla corruzione.  

I cinque giudici che si sono pronunciati hanno chiesto maggiore trasparenza, un’adeguata pubblicità, evitando discriminazioni in un’ottica di parità di trattamento da parte dell’Università in merito ai concorsi interni per l’assunzione di nuovi professori.

E’ una prima vittoria per Giuliano Gruner, avvocato e docente di Giurisprudenza, e per Pierpaolo Sileri, ricercatore all’Università di Tor Vergata.

La loro storia l’avevamo conosciuta un anno e mezzo fa grazie al servizio della Iena Dino Giarrusso. Pur avendo tutte le carte in regola, era stato impedito loro di diventare professori universitari alle facoltà di Giurisprudenza e Medicina. “Nelle altre università si procede a un concorso, a Tor Vergata invece non è avvenuto” spiegano i due ricercatori.

Così i due posti vengono assegnati all’allievo del vice rettore e al figlio di un professore senza alcuna pubblicazione.

“Ci è stato impedito di poter partecipare pur avendone i titoli, quindi abbiamo fatto ricorso al Tar” aggiungono Giuliano e Pierpaolo. Una denuncia per contestare “esclusivamente le modalità con cui il controinteressato è stato individuato come unico candidato alla procedura di chiamata diretta”.

Ma da quel momento è successo il finimondo in facoltà e loro due hanno avuto vita difficile.

O lei ritira immediatamente questo ricorso o noi chiudiamo ogni tipo di contatto” aveva detto il rettore in una conversazione registrata e trasmessa da Le Iene. Questa è solo una delle tante frasi dai toni inquietanti dette nei confronti dei due ricercatori che hanno iniziato a ricevere da più parti pressioni. “Perché nel piatto in cui cazzo si mangia non ci si sputa, per quello che mi riguarda si cerchi un altro ateneo. Finché faccio io il rettore lei qui non sarà mai professore” aveva detto Novelli.

Il loro ricorso al Tar è stato accolto e il regolamento interno è stato modificato. “Il Dipartimento di Medicina avrebbe proceduto ad individuare il nuovo assunto come candidato da sottoporre alla valutazione della Commissione quando il regolamento sulle chiamate prevede che di tale procedura debba darsi apposita pubblicità”. Quindi è stato fatto a chiamata diretta contrariamente a quanto previsto dalla norma che prevede un concorso pubblico pubblicizzato in modo che chiunque degli interessati possa avere una “chance di partecipazione”.

Intanto il rettore della facoltà sarà sentito il prossimo 2 luglio nel processo per istigazione alla corruzione e tentata concussione avviato dai ricercatori.

Guarda qui sotto il servizio completo di Dino Giarrusso del marzo 2017. 

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