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“Voglio tornare con mio figlio autistico”. Ma Vanna non ce l'ha fatta | VIDEO

È morta questa mattina la mamma di Jacopo, 48enne autistico affidato a un Centro mentre lei lottava per potersi prendere cura di lui. Vi abbiamo raccontato questa incredibile storia in un servizio di Nina Palmieri

“Voglio tornare a essere la curatrice di mio figlio, occuparmi di lui. Farò di tutto per riuscirci”. Erano state queste le parole di Vanna Spolveri, la mamma di Jacopo, affetto da autismo, quando l’abbiamo intervistata l’ultima volta, il 12 marzo scorso. Ma Vanna, che si era presa cura di suo figlio per 48 anni, è morta questa mattina, senza aver potuto realizzare il suo sogno di tornare ad accudire il figlio.

Vi abbiamo raccontato la storia di Jacopo nel servizio di Nina Palmieri dell’11 marzo 2018 (sopra ne potete vedere un estratto, in basso la versione integrale). Vanna, non volendo che la vita del figlio Jacopo, affetto da una grave forma di autismo con crisi di autolesionismo, si riducesse solo a farmaci e attività all’interno dell’istituto dove stava, aveva assunto Roberto, un operatore che lo aiutava nelle attività esterne. Ma il Centro giudica dannoso il metodo di Roberto di impedire a Jacopo di farsi del male durante le crisi di autolesionismo (gli metteva delle protezioni di spugna). Così Roberto viene allontanato da Jacopo. Questo perché, secondo il Centro, costringere una persona all’immobilità significa farle del male. 

Jacopo, mentre alla madre temporaneamente inferma per una caduta è stato assegnato un amministratore di sostegno, viene affidato a un altro curatore, che la sostituisce. A dicembre, senza che la donna venga avvertita, Jacopo viene trasferito in un nuovo centro, dove, ci aveva detto Vanna, il 48enne si trovava meglio, anche se le crisi di autolesionismo non erano scomparse.

Vanna riusciva però a vedere il figlio solo una volta ogni due settimane, per qualche ora: “Vorremmo stare insieme di più, non mi arrendo”, ci diceva. “Vorrei che potesse frequentare la Fondazione creata per lui al piano terreno della nostra casa, dove aiutiamo altre famiglie e altri ragazzi, in attesa di mio figlio”. Ma probabilmente questo sogno, dopo la sua morte, sfumerà per sempre. Jacopo, infatti, dovrebbe restare nella struttura in cui si trova, con un amministratore di sostegno.

Guarda qui sotto il servizio completo di Nina Palmieri su Jacopo.

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