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Le Iene a Yulin: l'Italia si mobilita e Giulia Innocenzi risponde alle critiche

Tsunami di donazioni e richieste di adozioni dei cani salvati dai macelli cinesi. E Giulia Innocenzi risponde alle critiche degli animalisti

Un vero e proprio tsunami, ma carico d’amore. La messa in onda del servizio di Giulia Innocenzi, che ha raccontato la mattanza dei cani e dei gatti che ogni anno avviene a Yulin in Cina, ha provocato un’ondata incredibile di richieste di donazione e di adozioni.

Testimone diretto della reazione incredibile dei nostri telespettatori è Davide Acito, che da tempo gestisce l’associazione “Action Project Animal”, e che Le Iene hanno intervistato durante il servizio.

E’ lui, insieme ad un vero e proprio gruppo di investigazione, che nel tempo ha letteralmente sottratto gli animali a questo indegno mercato, e a morte certa.

“Subito dopo la messa in onda del reportage, il nostro sito è andato per qualche minuto in down – ci racconta Davide -, sommerso da una mole incredibile di richieste d’accesso. Sono veramente contento, non mi aspettavo davvero una reazione del genere, certi numeri di accesso al sito li tocchiamo solo quando io stesso sono in Cina e provo a fare dirette dalla nostra pagina Fb, circondato dai nostri animali. Il mio telefono sembrava impazzito”.

Accanto alle persone che volevano sapere di più dell’operato di Davide, quelli che hanno scelto di impegnarsi direttamente. Attraverso una donazione in denaro, innanzitutto.

“La cosa ancora più eccezionale, e che ci riempie di orgoglio, è stato verificare con stupore l’impennata delle donazioni attraverso Paypal, come mai era successo finora. Prima che andasse in onda il servizio de Le Iene avevamo donazioni per circa 2.300 Euro, schizzate fino a pochi minuti fa a oltre 13mila 500 euro. Decine e decine di piccoli contributi, in media dai 20 ai 50 euro, una donazione ogni uno-due minuti”. E senza considerare ancora, perché i tempi di accredito sono più lunghi, gli eventuali bonifici arrivati sul conto bancario dell’Associazione.

“Soldi importantissimi - ci racconta ancora Davide – se consideriamo che preparare le pratiche per far uscire dalla Cina una trentina di cani ha un costo amministrativo che supera i 45mila euro”.

I cani che potete adottare

 
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Soldi, dicevamo, ma anche richieste concrete di portarsi a casa uno dei 63 cani che al momento sono disponibili nel suo centro. “Sono oltre una settantina gli italiani che si sono dichiarati interessati all’adozione – aggiunge Davide - ed ora dovremo procedere a tutti i controlli del caso, a partire dalle operazioni di scrematura fino al pre- affidamento, per valutare se l’animale andrà a stare in una situazione confortevole ed adeguata per lui. Naturalmente, considerate le spese di cui vi parlavo prima, dovremo privilegiare quanti saranno disponibili ad offrire un piccolo contributo economico”.

E dopo essere andata a raccontare questa incredibile tragedia insieme a Francesca Di Stefano, Giulia Innocenzi dalla sua pagina Facebook risponde alle critiche ricevute da alcuni animalisti.

“C’è chi mi ha accusata di aver riso davanti ai cani macellati – esordisce la Innocenzi -. Ma davvero pensate che io possa ridere davanti a un cane che viene macellato? Ma veramente davanti a 40 minuti di servizio denuncia, con immagini mai raccolte e mostrate prima, sapete soltanto accusarmi di cinismo o insensibilità? Sono vegetariana da otto anni ormai, e ho deciso di dedicare gran parte del mio lavoro alla denuncia dei maltrattamenti di TUTTI gli animali. Ci ho fatto un libro che si chiama Tritacarne e una trasmissione tv solo su questo, Animali come Noi. E non senza difficoltà. Pensate sia facile entrare negli allevamenti e nei macelli, lavorare su ore e ore di immagini di torture? Per poter rubare le immagini dai macelli cinesi ci siamo dovute fingere turiste curiose. Mentre Francesca filmava facendo finta di scattare delle foto, io dovevo fingere di non essere per niente scossa da quello che stavo vedendo, per non destare sospetti: non è stato per niente facile, ve lo assicuro. Una cosa però ve la confesso: non ho ancora mai visto la macellazione dei tre cani e del gatto a cui abbiamo assistito. Lì in Cina ho chiuso gli occhi, sperando che non mi vedessero.

Il mercato cinese della carne di cane: le foto

 
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Non ce l’ho fatta, e ringrazio la montatrice Sara Rinaldi per aver lavorato ore su quelle terribili immagini [...]. Per me tutti gli esseri viventi meritano rispetto e il diritto alla vita: maiale o cane per me non cambia nulla. Ma forse saranno stati Carletto e Pippi, il mio cane e la mia gatta con cui sono cresciuta, che mi hanno impedito di vedere con i miei occhi la tragica fine inflitta ai loro simili. Non ce l’ho fatta e non penso ce la farò mai.
E sì, abbiamo riso anche perché ci siamo cagate sotto, e tanto. Dall’Italia la scena di noi chiuse nella macchina a Yulin, sdraiate sui sedili reclinabili, può sembrare comica. Ma c’era il rischio serio che ci beccassero: la polizia era ovunque e come avete visto siamo state pedinate. Poteva succedere pure di peggio? Era un’ipotesi che avevamo messo in conto, e abbiamo accettato i rischi perché per noi era più importante denunciare questo orrore.

Il “dramma” del cellulare? Dentro c’erano video dei cani di Yulin, e non avendo avuto la possibilità di scaricarli li ho persi per sempre. Sì, perdere ciò che sei riuscito a filmare è un problema. E abbiamo deciso di mostrarvi tutto perché abbiamo voluto fare un racconto senza filtri, perché in qualche modo potessimo trasmettervi anche quello che abbiamo vissuto e provato. E infatti abbiamo deciso di lasciare le immagini di quando piango davanti al cane a cui stanno per fare l’eutanasia. Non ho mai pianto in tv e non è il mio stile, ma è successo e quindi l’abbiamo trasmesso. E se una risata in più è riuscita a fare cambiare canale a una persona in meno, visto che le immagini andate in onda erano veramente dure e stemperarle in qualche modo avrebbe potuto aiutare la fruizione, per me l’obiettivo è raggiunto.

Perché il mio obiettivo è che più persone possibili possano vedere quello che succede agli animali. 

Le critiche fanno parte del mestiere, anche se non ci fai mai del tutto l’abitudine. Ma a conti fatti, anche queste aiutano ad aumentare la consapevolezza su quello che succede a Yulin, nel sud della Cina e in altri paesi asiatici. Continuate a parlarne con tutti, se volete anche di quelle risate, ma insieme cerchiamo di fermare la mattanza.”
#STOPYULIN

E ALLORA COSA POSSIAMO continuare a fare? Innanzitutto aiutare Davide e i suoi cani (attraverso un bonifico all’IBAN: IT69 V087 3554 7200 7000 0700 098 e intestato ad ASSOCIAZIONE APA (C.F./P.I. 96039570179) e donazioni tramite Paypal). E poi diffondere il più possibile le immagini esclusive registrate da Le Iene, per contribuire a far conoscere al mondo l’indegno mercato che ha il suo cuore in tutta la Cina e in particolare in occasione dello “Yulin Dog Meat Festival” (in cui si stima vengano massacrati ogni anno almeno 10mila animali).

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