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Albini, due uccisioni in Mozambico: “Ci danno la caccia come animali selvaggi” | VIDEO

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Due ragazzini albini uccisi nella provincia di Tete, Mozambico. Discriminati in ogni parte del mondo, in Africa addirittura maltrattati, dove il loro cadavere è venduto a peso d’oro. Sono gli albini, costretti a convivere con il pregiudizio, l’odio e la paura di venire uccisi, come ci ha raccontato Pablo Trincia

La morte dei due bambini albini ha riacceso l’allarme in Mozambico. Qualcuno arriva a credere che il loro sangue abbia un colore diverso, o addirittura che siano immortali. Superstizioni che finiscono per essere la causa di brutali crimini, come l’uccisione di un 17enne, avvenuta nella provincia di Tete. Il cadavere del ragazzo è stato ritrovato senza ossa e cervello, prelevati per realizzare un rito di stregoneria.

Nel servizio di Pablo Trincia, che vedete qui sopra, vi abbiamo raccontato il dramma che vivono gli albini della Tanzania. Li abbiamo incontrati: ogni giorno devono combattere per restare vivi. Combattono non solo contro il sole, che per questa malattia genetica caratterizzata da assenza di melanina “è un assassino silenzioso”, ma contro chi vorrebbe farli a pezzi, letteralmente, portando via parti del loro corpo. 

Secondo l’Onu, una persona su 5mila nell’Africa subsahariana e una su 20mila in Europa e in America del Nord soffre di questa anomalia congenita, che causa una pelle bianchissima e problemi visivi. Sono costretti a convivere con il pregiudizio, l’odio e la paura di venire uccisi perché qualcuno pagherebbe oro per i pezzi di quei corpi. Questa è la vita degli albini, i fantasmi africani. Crimini legati a macabri rituali di magia nera, perché si ritiene che le parti dei loro corpi siano dotate di poteri magici. Gli stregoni arrivano a pagare fino a 75.000 dollari per il corpo di un albino. Da questa caccia non sono esonerati né i bambini, né le bambine, che vengono violentate perché si crede “possano guarire gli uomini affetti da AIDS”, spiega l’Onu.

“Le persone hanno iniziato a darci la caccia come animali selvaggi e a farci a pezzi”, raccontano gli albini alla Iena. In Tanzania è diffusa infatti la credenza che le parti del corpo degli albini abbiano poteri magici. Abbiamo conosciuto i bambini del centro di accoglienza, portati lì da genitori o familiari per evitare che vengano uccisi o fatti a pezzi. 

Tra questi genitori abbiamo conosciuto Flora, una mamma che ha visto uccidere la propria figlia proprio per questa credenza. “Ho visto Mariam che era stata fatta a pezzi. Le avevano tagliato le gambe e strappato la lingua”, racconta la donna. Alla sua uccisione hanno assistito anche alcuni bambini. “Quando gli assassini hanno finito di uccidere Mariam, hanno raccolto il suo sangue in una bacinella e hanno cominciato a berlo. Non potrò mai dimenticarlo”. Un omicidio orribile motivato solo dalla credenza che le parti del corpo abbiano poteri magici.

Nei loro confronti c’è odio totale. La credenza è che siano esseri demoniaci e portatori di disgrazie, ma diventano utili da morti. Gli africani vanno a caccia di albini per ucciderli e i loro corpi vengono trafugati persino dalle tombe. In alcuni villaggi pezzi dei loro corpi vengono venduti per 500 euro e la pelle commercializzata tra i 1.500 e i 1.700 euro.

Per William Savanguane, a capo di Albimoz, un’organizzazione che si batte per i diritti delle persone albine in Mozambico, serve “una maggiore consapevolezza dell'albinismo per combattere i miti che portano alla discriminazione e all'esclusione sociale”.

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