Al freddo per fare ammalare i piccoli: a Torino un nuovo nido degli orrori
Le due insegnanti tenevano i bimbi, dai 3 mesi ai 3 anni, in stanze fredde e senza cambiarli né lavarli. Un espediente per farli ammalare, e avere meno lavoro. Un’emergenza maltrattamenti che Le Iene con Veronica Ruggeri vi avevano già raccontato
Ancora una volta un nido. Ancora una volta maestre “cattive”. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, che racconta di inaccettabili maltrattamenti ai danni di piccoli inermi, arriva da Torino.
I fatti si sarebbero svolti all’interno di un nido privato, tra l’altro senza autorizzazioni per operare nei locali teatro di quei maltrattamenti. E all’interno di una mansarda del tutto fuori norma le “maestre” (se così vogliamo proprio chiamarle) avrebbero lasciato i piccoli al freddo, con il riscaldamento spento. Il motivo? Erano troppi da gestire, e allora lasciarli al freddo, a piangere per le temperature rigide e per la fame, era l’unico modo per farli ammalare (ed avere così meno lavoro da gestire).
Una storia assurda e crudele, che però non sarebbe affatto una storia ma la triste realtà scoperta dalla polizia, che ha arrestato le due maestre (T.S. e M.F., entrambe italiane). Le accuse, per loro, sono pesanti: maltrattamenti continuati e aggravati dalla minore età delle vittime.
I piccoli, di età variabile tra i 3 mesi e i 3 anni, venivano tra l’altro tenuti in cattive condizioni igieniche, senza che le maestre li cambiassero e li lavassero (e talora messi “in punizione” e lasciati da soli). Un lager, scoperto grazie all’attività di indagine della Polizia, che si è avvalsa anche di intercettazioni ambientali e telefoniche.
Una storia già sentita decine e decine di volte, di cui anche noi de Le Iene ci siamo occupati con il servizio di Veronica Ruggeri (che potete vedere sopra).
Un’emergenza che sembra espandersi a macchia d’olio in tutto il territorio nazionale. A partire dal Lazio, dopo il caso delle 3 insegnanti arrestate insieme a una bidella ad Ariccia a cui era seguito l’arresto per maltrattamenti continuati di un’insegnante di una scuola dell’infanzia del quartiere Magliana di Roma (e ancora un altro caso, con la sospensione di due maestre di 54 e 63 anni di un asilo di Cassino, in provincia di Frosinone).
“Ti faccio sputare io per terra, animale”: si sentono urlare ai bambini frasi come queste nelle intercettazioni dei carabinieri. “Se fai cadere l’acqua è meglio che ti scavi la fossa, adesso vado a prendere la corda e ti lego sulla sedia”.
A volerci vedere chiaro sono stati cinque genitori che per primi hanno presentato denuncia ai carabinieri. Hanno iniziato a vedere i loro figli sempre più aggressivi e che ripetevano frasi mai sentite prima contenenti minacce e insulti. Così si sono rivolti alle forze dell’ordine che hanno installato le telecamere nelle aule dell'asilo.
Dopo pochi giorni sono arrivate purtroppo le conferme. Quei bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni sarebbero stati picchiati, strattonati e trascinati dalle maestre ora sospese.
Lazio, ma non solo, come dicevamo. “Adesso vengo lì e ti lego le mani, è l'unica soluzione”: è una delle tante frasi choc di un’altra maestra d'asilo. Avrebbe picchiato, strattonato e umiliato alcuni piccoli davanti a tutti. Per venticinque bambini e le loro famiglie l'incubo è finito lo scorso 10 aprile, quando la maestra della materna Bagatti Valsecchi di Varedo, vicino a Monza, è stata arrestata.
Pochi giorni più tardi, il 21 aprile, sono finite in manette una maestra e una cuoca a Gavirate (Varese) per 45 episodi di violenza su 14 bambini. Avrebbero tirato ciabattate, sberle e strattoni ai bambini. Lo stesso choc che hanno dovuto subire altri, sempre tra i 3 e i 5 anni, a Pomezia, vicino a Roma. Era il 13 marzo, quando sono state arrestate le tre maestre che avrebbero strattonato per le braccia e preso per i capelli i piccoli.
Dal fenomeno dei maltrattamenti dei bambini pare non restano escluse neppure le strutture paritarie. A fine giugno, quattro suore di una materna paritaria di Caserta sono state arrestate con l’accusa di aver malmenato alcuni bambini.
Un altro caso ci porta in un asilo di Pero, in provincia di Milano: un maestro è stato arrestato con l’accusa di aver picchiato almeno 42 volte i bambini in un mese.
Davvero l’obbligo di sistemi di videosorveglianza, con controllo remoto da parte dei genitori a casa, è l’unica soluzione per evitare questi casi deplorevoli? Davvero serve sempre e solo il bastone per scoraggiare la malvagità di queste presunte “maestre” ed educatrici nei confronti di piccoli inermi?