Una "Giornata della memoria" anche per i criminali nazisti ancora in vita
Oggi, 27 gennaio, il mondo ricorda la liberazione di Auschwitz e la scoperta degli orrori dei criminali al soldo di Hitler. Uomini senza scrupoli, alcuni dei quali, come l'SS Johann Riss che abbiamo scovato in Germania, non hanno mai fatto nemmeno 1 giorno di galera per le stragi commesse
Ricordare per non ripetere. Sta tutto qui il senso della “Giornata della memoria”, la ricorrenza internazionale che si celebra oggi 27 gennaio.
Un giorno importante, il 27 gennaio del 1945, perché quel giorno il mondo intero scoprì finalmente gli orrori che i tedeschi avevano compiuto nel campo di sterminio di Auschwitz (e purtroppo non solo lì).
Le truppe dell’Armata Rossa, che erano impegnate in un’offensiva contro quelle del Terzo Reich di Hitler, liberano il campo di concentramento. Lo spettacolo cui assistono è terrificante, tra scheletri umani ridotti pelle e ossa, vivi per miracolo, e montagne di corpi ammucchiati nelle camere a gas del campo.
Un orrore perpetrato per un decennio dai soldati del Terzo Reich, che nel frattempo si macchiavano di orrende stragi di civili (bambini e donne compresi) in giro per l’Europa, anche in Italia.
Crimini come quelli compiuti da Johann Riss, condannato all’ergastolo in Italia per la strage di Fucecchio, ma del tutto libero in Baviera. Un criminale che Le Iene, con il nostro Alessandro Politi, erano riuscite a scovare, incontrandolo addirittura a casa propria.
Johann Riss, 98 anni, ex sergente SS, è stato condannato all’ergastolo da un tribunale italiano, ma non ha mai fatto neanche un giorno di galera.
Ha partecipato allo sterminio di 174 civili innocenti, tra cui donne, bambini e disabili, rei a detta dei nazisti di avere ospitato e nascosto dei partigiani. Ma non c’era nessun partigiano in quel casale a Fucecchio, quel giorno del 1944. E così le famiglie di Tosca e Vittoria, sopravvissute a quella terribile strage, hanno pagato con la vita per colpe non commesse.
Le due donne (che Alessandro Politi ha intervistato nel pezzo che vi riproponiamo qui sotto) hanno ancora negli occhi e nella memoria gli istanti terribili in cui Riss e i suoi uomini massacravano e davano fuoco ai civili, si sono salvate per miracolo. A nasconderle, e a strapparle dunque a quell’orribile fine, le loro madri. Tosca acquattata dentro a un albero, Vittoria nell’erba alta.
E al nostro Alessandro Politi le donne hanno consegnato le foto dei propri cari, affinché quell’uomo potesse rispondere a un’unica semplice domanda: “Cosa ti hanno fatto queste persone?”
Le Iene, come dicevamo, sono riuscite a ritrovare Johann Riss nella sua casa in Baviera, dove è sempre vissuto in assoluta libertà. Sì, perché le autorità tedesche non hanno mai riconosciuto la sentenza italiana, e per loro Riss non ha dunque colpe da espiare.
L’uomo è oggi affetto da uno stato di grave demenza e vive in compagnia del figlio. Alessandro Politi ha provato a mostrargli quelle foto di civili inermi, compresa quella di un bambino di 13 mesi, ma il suo sguardo perso nel vuoto testimonia che ormai in lui non c’è più alcuna memoria di quelle atrocità.
I criminali nazisti, gli stessi che gestivano i campi di sterminio come quello di Auschwitz, si sono macchiati di abomini che è davvero impossibile dimenticare.
Morti atroci, documentate dai pochi sopravvissuti e dalle loro famiglie: ad alcuni bambini le SS iniettarono benzina direttamente nel cuore, altri utilizzavano i corpi già martoriati da fame e stenti per esperimenti al limite dell’umano, mentre nelle docce i meno abili ai lavori manuali venivano “gasati” senza pietà.
Ricordare per non ripetere, abbiamo detto parlando del Giorno della memoria del 27 gennaio. E speriamo allora che anche Johann Riss, sebbene ormai affetto da demenza grave, possa anche solo per un istante ricordare gli orrori perpetrati. Libero sì, ma condannato a vivere col peso enorme e insostenibile di ciò che ha fatto.
GUARDA QUI SOTTO IL SERVIZIO DI ALESSANDRO POLITI CHE È ANDATO A CASA DI UNO DEGLI ULTIMI CRIMINALI NAZISTI ANCORA IN VITA.