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News | di Nina Clericy |

Cambiamento climatico, sapevi che puoi fare causa al governo? | VIDEO

In 28 Paesi, i cittadini hanno fatto causa ai loro governi per la drammaticità del cambiamento climatico. Anche in Italia è in atto un’azione legale contro lo Stato. L’accusa non è quella di colpevolezza ma di complicità per omissione di soccorso: non sono stati rispettati i parametri imposti per ridurre l’impatto climatico

Il governo italiano ha commesso un reato”. Angelo Bonelli, il Presidente e coordinatore della Federazione nazionale dei Verdi, parla con Le Iene a proposito delle azioni legali in atto ai danni dello Stato per il riscaldamento globale. 

Il diritto di contestare una mancanza di azione sui cambiamenti climatici nasce da un caso limite in Pakistan. Un agricoltore accusa il governo di aver violato i suoi diritti umani : non riusciva a garantirgli acqua, cibo e sicurezza energetica di fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici. La corte, dichiarandosi in suo favore, ha istituito una commissione sui cambiamenti climatici.

Oggi ritenere il governo e le imprese responsabili di non riuscire a combattere il cambiamento climatico, è diventato un fenomeno globale.

Infatti, sono in continuo aumento i Paesi che vedono i propri cittadini e i gruppi ambientalisti citare in tribunale governi e aziende, considerati in qualche modo responsabili perché inerti davanti al problema. “Anche da noi in Italia è stata annunciata un’azione legale in questa direzione” ci fa sapere Bonelli.

“Non è un ricorso generico, si tratta di denunciare una serie di azioni che il governo italiano non ha intrapreso, commettendo così un reato”. Infatti, come ci ricorda il presidente dei Verdi, “L’Articolo 40 del codice penale sostiene che non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo” e così sta facendo il nostro governo.

“Basti pensare che l’Unione Europea emetterà 2 miliardi di tonnellate di CO2 in più, rispetto agli obiettivi fissati alla COP21 di Parigi, la convenzione che pone degli obiettivi agli Stati per ridurre l’impatto climatico”, ci dice preoccupato Bonelli al telefono.

D’altronde si tratta di una questione di sicurezza nazionale. “Il tema di cambiamento climatico dovrebbe indurre il parlamento ad attuare politiche di mitigazione, resilienza e fermare i processi di desertificazione” continua il leader dei Verdi, “se non si interviene nei prossimi decenni, i picchi di calore in centro Italia saliranno a 50°, una situazione drammatica per tutto: acqua, terreno e popolazione”.  

In Italia la situazione è molto pesante: sono diversi i livelli di pericolo riscontrati. “L’inquinamento ha causato in un solo anno 87 mila decessi attestati e certificati dal report di incidenza e mortalità. Il rischio dei processi di desertificazione è alto in Sicilia, dove l’intero terreno è sull’orlo di pendere la propria capacità produttiva e fertilità. La disponibilità delle risorse idriche, strettamente legate alla desertificazione, cala drasticamente con il tempo: adesso, mentre parliamo al telefono, abbiamo perso una quantità di acqua che avrebbe potuto soddisfare 40 milioni di persone”, ci spiega Bonelli. 

“I livelli di fiumi e laghi sono spaventosamente bassi e si potrebbero configurare scenari per il razionamento dell’acqua, vista la difficoltà nell’immagazzinarla e i problemi della dispersione, con le nostre tubature che perdono 100mila litri di acqua al secondo”, continua Bonelli,  “In virtù della carenza di acqua potabile, hanno deciso di potabilizzare l’acqua del Tevere e se arriviamo a questi livelli è palese che vi sia un problema che deve essere affrontato, ed è il governo che dovrebbe interessarsene”.

Ma non solo, anche le industrie dovrebbero adeguare le loro politiche all’inquinamento e poche, tra quelle italiane, hanno provveduto a farlo. “La Volvo ha dichiarato che nel 2020 non produrrà più diesel mentre noi dobbiamo ancora supportare vetture a scoppio che dovrebbero essere rottamate e consegnate alla storia e ai musei” continua Bonelli, “Non esiste che abbiamo 40 milioni di auto in Italia che vanno a combustione, inquinano l’ambiente ma soprattutto che sono responsabili di circa 74 mila decessi in un anno”.

La responsabilità è quindi, sia del governo che dell’industria, e l’aula di tribunale è un buon luogo per cercare di forzare il governo ad attuare dei cambiamenti. “È necessario provare a reagire come stanno facendo con ottimi risultati anche altri Paesi”, afferma Bonelli.

Nei Paesi Bassi, ad esempio, la causa della Fondazione Urgenda contro lo Stato ha portato il governo ad adottare obiettivi di riduzione delle emissioni molto più  rigidi rispetto a un tempo. Nel Regno Unito, invece, Client Earth, un'organizzazione di diritto ambientale, ha vinto un’azione giudiziaria contro il governo britannico per la sua incapacità di agire contro i livelli illegali di inquinamento atmosferico. E in Australia, a maggio di quest’anno, è stata presentata un’azione legale alla commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite. Otto abitanti delle isole dello Stretto di Torres hanno invitato il governo a ridurre le sue emissioni di gas serra e ad adottare delle adeguate misure di difesa costiera. 

“È urgente una conferenza nazionale sul clima” chiosa Bonelli. “Servono politiche di prevenzione immediate. Muoviamoci subito, prima che sia troppo tardi”.

Noi de Le Iene dei pericoli del riscaldamento globale e di cosa si può fare per combatterlo, vi abbiamo parlato con il servizio di Nadia Toffa che potete vedere qui sopra. 

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