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Barbareschi attacca Le Iene dopo il confronto con Filippo Roma: “Fascisti e stercorari” | VIDEO

Ospite di Radio1, Luca Barbareschi ha commentato l’aggressione a Filippo Roma nel 2013. Ha raccontato una serie di inesattezze, così la Iena lo ha raggiunto alla presentazione del suo nuovo film

"Questa è una forma di fascismo, Berlusconi dovrebbe capire che queste cose producono tossicità: questo è il potere in mano a degli stercorari". Luca Barbareschi, regista e produttore, ex deputato, attacca Le Iene e Filippo Roma, come potete vedere nel video di anticipazione qui sopra.

Qualche giorno fa Barbareschi è stato ospite a un “Giorno da pecora” su Radio1. Durante la trasmissione ha commentato l’aggressione alla Iena avvenuto nel 2013 sull’isola Filicudi. “Dove Roma perse il naso”, dice ridendo. “Rischiava molto di più, mi ha fatto cadere la bambina. E non l’hanno montato. L’ho vista con un rigolo di sangue e meno male che mi sono fermato al naso”.

Filippo Roma ha così voluto replicare a queste affermazioni, così ha raggiunto il regista durante la presentazione di Dolceroma. “Barbareschi ha detto una marea di cazzate. La prima che io ho fatto cadere sua figlia. E ha aggiunto che chiunque avrebbe reagito vedendo così una bambina con un rigolo di sangue. La cazzata delle cazzate è che dice che noi non abbiamo mandato in onda quella parte. Semplice: non esiste!”.

Barbareschi allora invita la Iena ad andare a parlare fuori spingendolo verso l’uscita. “Queste cazzate Barbare’ se le sogna la notte?”. La Iena viene spinta fuori dalla sala. I fatti commentati dal regista risalgono al 2013. Ai tempi era deputato in Parlamento tra le file del Gruppo Misto. Le sue assenze in aula in alcuni mesi superavano il 90%. In quel periodo continuava con il suo lavoro di attore, regista e produttore. 

Il nostro Filippo Roma è andato a chiedergli come facesse con i due lavori, perché nonostante le sue assenze continuava a percepire il lauto stipendio. Glielo abbiamo chiesto sul set, dove non ci ha risposto. Alla radio ci ha riattaccato il telefono. E nel mezzo del mare della Sicilia ci ha insultati minacciandoci di denuncia. Allora lo abbiamo atteso sulla terra ferma, ma anche qui per noi ha avuto solo insulti, botte e minacce come potete vedere nel servizio qui sotto.

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